39 anni, leader di Fratelli d’Italia-AN, erede di Alleanza Nazionale. Giorgia Meloni, candidata al posto di primo cittadino della Capitale, racconta dettagliatamente ad OFF le proposte per il rilancio culturale di Roma contenute nel suo programma elettorale.
Giorgia Meloni, Roma deve recuperare una dimensione di dignità e bellezza. Come dovrà riaffermare il suo primato mondiale passando per la cultura?
Roma è un “bene culturale” mondiale, è la capitale del cristianesimo, dell’arte sacra e del barocco. Ma non è possibile pensare che i monumenti, le chiese e i musei della Città Eterna possano bastare da soli. Perché Roma riaffermi il suo primato mondiale da un punto di vista culturale serve dare forma organica a eventi e ricorrenze, unendo cultura alta e cultura popolare. Le principali Istituzioni culturali della città saranno chiamate a svolgere fino in fondo il compito di rappresentanza nazionale, vetrina culturale d’Italia. L’offerta culturale sarà potenziata riattivando i circuiti di collaborazione in base al principio di sussidiarietà, aprendo luoghi pubblici con la collaborazione dell’associazionismo privato e colmando il periodo di bassa stagione con una programmazione specifica, perché è incredibile che nella capitale della cristianità non ci sia un cartellone di eventi che possa degnamente accompagnare la celebrazione dei principali riti religiosi, richiamando i fedeli di tutto il mondo a vivere il Natale e la Pasqua nella nostra città. Per questo da sindaco istituirò un comitato permanente che avrà il compito di predisporre e promuovere le iniziative per tutti gli eventi, religiosi, civili, storici e laici: dal Carnevale romano al Natale di Roma, dall’Estate romana alle Notti dei Musei. La programmazione annuale degli eventi farà in modo che i tour operator internazionali possano orientare i flussi anche in base agli appuntamenti in città. Tutto questo si tradurrà in più ricchezza, più crescita economica e più posti di lavoro.
Da sempre se ne discute, in merito alla gestione dei Beni Culturali, esistono due scuole di pensiero: crede nel rapporto di collaborazione tra pubblico e privato? Che ruolo avrà il Comune in questo equilibrio?
Credo fortemente nella collaborazione tra pubblico e privato nella gestione dei beni culturali e da sindaco intenderà rilanciare e promuovere questo rapporto. Lo giudico un valore aggiunto per mettere a reddito l’immenso patrimonio culturale di Roma, che è la vera miniera d’oro in cui scavare per dare ricchezza alla città. Sono convinta che i nostri beni culturali non vadano messi sotto una teca, ma vadano aperti e resi fruibili. Il pubblico non può fare tutto da solo e ha bisogno dell’aiuto dei privati, che possono essere coinvolti nella gestione dei siti culturali minori. In questo modo potremmo aprire luoghi straordinari ma che ora non sono accessibili. Tutto questo non avrebbe costi per il Comune ma anzi sarebbe una fonte di guadagno sia per il Campidoglio sia per i privati che li gestiscono. Detto questo, il Comune dovrà intensificare il suo sforzo e diventare capofila di progetti culturali internazionali. La priorità sarà ideare e allestire mostre con l’immenso patrimonio “nascosto” nei depositi, per esporlo non solo nelle periferie ma anche all’estero, con una politica di scambio dei capolavori con i grandi musei del mondo.
“Milano è il motore dell’Italia e la cultura è il motore di Milano. Milano è una città destinata a restare capitale della cultura”. Così il Ministro Franceschini alla cerimonia di inaugurazione della XXXI Triennale. Può Roma essere capitale culturale d’Italia?
Roma è già la capitale culturale d’Italia, non deve tornare ad esserlo. Ha la più alta concentrazione di beni storico architettonici al mondo, è una città-museo e tutto il suo centro storico è patrimonio dell’Unesco. Con tutto il rispetto per Milano e per le dichiarazioni del ministro Franceschini, Roma non ha rivali in Italia e nel mondo. Ma per poter gestire al meglio questa immensa ricchezza, il Comune deve poter gestire tutti i beni culturali presenti sul suo territorio.
Per farlo intendo aprire una vertenza decisiva con il Governo e chiedere un consistente trasferimento patrimoniale: oggi l’area archeologica centrale è divisa a metà tra Comune e Stato. I soldi incassati dal Colosseo devono andare al Comune, non allo Stato. Perché se Roma deve farsi carico delle spese connesse a 14 milioni di turisti che ogni anno vanno a vedere il l’Anfiteatro Flavio, sarebbe anche giusto che potesse gestire gli incassi. Non è possibile che il Colosseo, il simbolo di Roma nel mondo, sia per la nostra città un costo e non un’opportunità.
Qual è la sua ricetta per combattere il degrado?
Roma è un museo tramutato in stalla. Ci sono le finestre rotte, ci piove dentro, i maiali girano tra le statue e i piccioni hanno fatto il nido sui quadri. Oggi non è il momento di pianificare la prossima mostra o di decidere se i faretti debbano essere blu o gialli. Bisogna riparare le finestre, riparare il tetto, togliere gli animali, pulire le sale. Bisogna ripulire il museo prima di pensare al prossimo evento. Il degrado prodotto dalla sporcizia e dai cumuli di rifiuti è incalcolabile. Servono strumenti e regole che eliminino ogni scusa, ogni alibi, tanto all’Amministrazione quanto al singolo cittadino: tutti quanti siamo responsabili nel tenere alti il decoro e l’immagine della nostra Capitale. Toglierò dalle strade i cassonetti, generalizzando e completando il passaggio della raccolta “porta a porta”. Ma nelle strade, nelle piazze e nei giardini voglio anche moltiplicare i cestini per non dare tregua a chi sporca: metterò in condizione i romani e i turisti di non sporcare, sarò implacabile con chi offende la bellezza di Roma. Questo vale anche per chi imbratta i muri e realizza graffiti sulle facciate di case e palazzi.
Nell’Italia governata dalla sinistra si destina solo 1,4% del PIL alla cultura piazzando così il nostro Paese penultimo in Europa e si ricava dall’industria turistica meno della Germania o della Gran Bretagna, arrivando dietro a Giappone, Regno Unito, Francia e Messico per contributo del turismo puro al Pil (76,3%). Roma, in tutto questo, gioca un ruolo fondamentale. Il turismo secondo Giorgia Meloni.
Voglio dichiarare Roma Capitale “territorio turistico”: ogni provvedimento della mia amministrazione sarà pensato considerando che viviamo in una città turistica e il turismo è la ricchezza più grande da sfruttare. È una vergogna assoluta che Roma sia solo al quattordicesimo posto nel mondo per visitatori stranieri, dopo città come Seoul o Antalya. Se si puntasse ad una seria politica di promozione turistica, potremmo passare da 6 a 9 miliardi di euro spesi dai turisti a Roma. Per aumentare il turismo a Roma bisogna mettere in campo una programmazione annuale degli eventi e combattere le ragioni per le quali i turisti non vengono nella nostra città ma preferiscono andare in altre città mille volte meno belle, ma più accogliente ed efficienti. Roma deve diventare una città sicura, decorosa, pulita e organizzata.
I teatri romani, come del resto quelli nazionali, sono in forte difficoltà, tra rischio di chiusura, fondi che non arrivano e stagioni che ne risentono. Ricorre alla mente anche la chiusura dei teatri di cintura quando a governare la città era Ignazio Marino. Come pensa di intervenire? Dirigerà la sua attenzione anche alle realtà culturali più piccole? E del Teatro Valle cosa ci dice?
La disastrosa gestione Marino è sotto gli occhi di tutti. È necessario ristudiare i bandi per i teatri, finanziandoli anche con risorse private, che permettano una programmazione a lungo termine. Va rivista la TARI per le sale: oggi è iniqua perché calcolata sulla metratura, non sulla base dei rifiuti prodotti. Bisogna sostenere la comunicazione e la rete dei piccoli e grandi teatri, favorendo la diversificazione e la moltiplicazione dell’offerta, per raggiungere pubblici diversi.
Il Teatro Valle, il più antico di Roma, è stato liberato grazie alle nostre denunce e avrà una direzione tramite bando: sarà programmato in armonia con l’Argentina, che tornerà a essere il Teatro nazionale, e col Teatro India, ospitando la nuova drammaturgia e una scuola per la Commedia dell’Arte.
In un’intervista al Corsera, riferendosi all’opera di Fuksas costata 400 milioni di euro, la nuvola: “Tu puoi costruire le navi, le nuvole, le cose più straordinarie del mondo, ma se la gente non può andare in macchina o in motorino non servono a niente”. Come il rilancio culturale si armonizzerà con la rinascita della Capitale, a livello di priorità ed economico? Qual è, secondo lei, il ruolo dell’arte contemporanea oggi?
Considero il turismo e la cultura due pilastri del rilancio economico di Roma. Io mi sono fissata alcuni obiettivi precisi da raggiungere entro il 2021: aumentare del 28% i giorni di presenza dei turisti a Roma, da 31 a 40 milioni; passare da 6 a 9 miliardi di euro spesi dai turisti stranieri a Roma; utilizzare il 20% in più del patrimonio culturale; aprire nuovi musei civici, in particolare nelle periferie, passando da 21 a 30 e portando così ricchezza e opportunità di sviluppo in zone depresse. Credo che l’arte contemporanea debba declinare la tradizione secondo i canoni della modernità. Roma deve tornare a ospitare grandi artisti internazionali, com’è già successo in passato con lo scultore messicano Javier Marin, che sulla Terrazza del Pincio ha portato delle statue monumentali ispirate al barocco romano e le ha poste in dialogo con lo spazio urbano e il panorama di Roma. Da sindaco mi impegnerò affinché tutte le realtà pubbliche e private che nella Capitale si occupano di arte contemporanea dialoghino al meglio e siano capaci di offrire una programmazione il più ampia possibile, con un occhio di riguardo per i giovani artisti.
Estate Romana, rievocazioni storiche e Festival del Cinema. Quali prospettive?
Voglio far rinascere l’Estate romana, tutelando manifestazioni storiche e assegnando i luoghi per più anni, in modo da richiamare fondi privati. Va ridefinita l’identità della Festa del Cinema come rassegna internazionale del cinema italiano. La rievocazione storica avrà un ruolo decisivo per l’organizzazione di alcuni progetti ed eventi, a partire dal Natale di Roma, e per realizzare un grande sogno che ho in mente: far rivivere la Roma Antica in tutta la zona dei Fori Imperiali e del Colosseo.
Musei, iniziative e tutela dei Beni Culturali: come rilanciare culturalmente anche le periferie?
I tantissimi reperti storici e archeologici che ora sono chiusi negli scantinati e nei magazzini dei nostri musei e delle nostre Soprintendenze vanno utilizzati per portare il bello in periferia, costruendo e aprendo nuovi musei. Per me ogni quartiere è il centro e in ogni centro deve esserci quello che oggi c’è a Trastevere o a Monti: musei, spazi culturali e luoghi di aggregazione.
Il rilancio culturale di Roma in tre parole.
Sussidiarietà, innovazione, identità.
la signora meloni nei suoi buoni propositi dovrebbe ricordarsi come gli olandesi hanno rispettato e apprezzato i beni culturali romani, dubito che riesca a tradurre in soldini le bellezze di roma anche se me ne dispiaccio moltissimo
“capitale del cristianesimo”?
Brutta cosa l’ignoranza, confondere cristianesimo e cattolicesimo è proprio da poveretti.
Questa vorrebbe fare il sindaco di Roma?
Nemmeno caposcala al Tufello!
Certo,,le intezioni sembrano ottime!Ma come farà Domani con un figlio da allattare e da allevare???Un Sindaco,per essere valido,dovrebbe essere sempre in mezzo ai suoi Cittadini,per raccogliere problemi e suggerimenti!E poi,finchè non avranno le Palle,le Donne dovrebbero stare al loro Posto Naturale!Dietro ai fornelli!!
Caro Lino, Se non ci fosse stata una donna che ti ha tenuto nove mesi dentro di sè e poi ti ha messo al mondo non saresti qui. Perciò vergognati e porta rispetto per le donne.
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