Ancora pochi giorni per visitare la personale di Fabrizio Dusi, Inside, in scena fino al 29 maggio prossimo presso il Plasma (Plastic Modern Art), curioso e vivace spazio, tutt’altro che convenzionale, che dà voce ad artisti e tematiche irriverenti.
Proprio l’irriverenza, la forza del logos come indiscusso mezzo espressivo, incontra l’arte visiva generando una serie di opere che portano ad interrogarci su quali siano prerequisiti e conseguenze proprie del dialogo stesso. Inside ci parla proprio di questo, esortandoci a riflettere sul senso di interiorità e di appartenenza del singolo ma anche di alienazione e protezione dal mondo esterno.
L’esposizione, a cura di Simone Zeni, presenta una selezione di poliedrici lavori ove è tangibile l’esperienza maturata dall’artista nella lavorazione non solo della ceramica, suo vero e proprio tratto distintivo, bensì inoltre di materiali come neon, plexiglass e legno; Dusi fa sua infine anche la pittura, a completamento di un’arte tanto sfaccettata quanto peculiare: ecco così che classici totem di ceramica e installazioni luminose si mischiano alle pitture, con l’unico intento di un messaggio preciso, dai contorni ben definiti quanto le figure rappresentate nei suoi lavori: “I don’t want to talk”, “Talk to me”, “Write to me”. Egli invita dunque lo spettatore a cogliere il senso ultimo dell’arte, ovvero la coesistenza di comunicabilità e incomunicabilità tra opera e interlocutore.