“L’arte contemporanea è incomprensibile” è questa ormai la frase che più si sente dire e anche iragazzi più giovani spesso si sentono disarmati davanti ad alcune installazioni. Se questo atteggiamento negativo è più che giustificato di fronte ad alcune opere d’arte, spesso brutte e insignificanti che devono essere spiegate con lunghe e noiose manfrine posticce, è tuttavia sbagliato sottoporre tutta l’arte contemporanea a questo duro giudizio.
Per questo motivo l’iniziativa dell’Università Bocconi – da sempre luogo di eccellenza nel mondo per l’insegnamento di economia e finanza – di offrire i suoi spazi per una grande esibizione d’arte contemporanea (Bocconi Art Gallery) è un’idea efficace perché porta l’arte di più difficile comprensione proprio là dove crescono i ragazzi e dove si formano le future classi manageriali.
Lo scenario è certo insolito, ma risulta fin da subito particolarmente azzeccato. Non solo gli spazi modernissimi della nuova sede (l’edificio è stato progettato da Yvonne Farrell e Shelley McNamara dello studio irlandese Grafton Architects e si è aggiudicato il premio “World Building of the Year Award” nel 2008) hanno la possibilità di accogliere installazioni monumentali, ponendole in un ottimo scenario, ma soprattutto il viavai di giovanissimi studenti vivifica le opere d’arte di più di 30 artisti italiani e internazionali.
Questa grande esibizione, che spazia dal nuovo edificio fino ad entrare nelle aule dove si tengono le lezioni, durerà per sei mesi. Per un intero semestre gli studenti potranno vedere da vicino opere che hanno segnato la storia dell’arte italiana e milanese come quelle di Grazia Varisco, fondatrice dell’Arte Programmata, e di Enrico Castellani; o godere della bellezza dei colori terrosi di “La città ideale” di Roberto Floreani e delle superfici traslucide in rilievo di Beatrice Gallori; o sognare davanti all’opera di Luca Loreti, ragazzo giovanissimo che ancora frequenta l’accademia di Brera.
BAG – Bocconi Art Gallery è giunta ormai alla settima edizione e vanta un’ottima collezione: molti artisti infatti decidono di donare all’Università le loro opere.
La Bocconi, luogo di studio e di ricerca, si trasforma in uno spazio espositivo, dando la giusta visibilità a grandi artisti, spesso oscurati dall’ingiusto luogo comune che contemporaneo significhi esclusivamente “brutto”, “senza senso”, “facile” o “di poco valore”.