Quell’oltraggiosa provocazione di Trieste

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Il primo maggio in tutta Italia si festeggia la “festa dei lavoratori”.

Rimandando ogni considerazione ulteriore ad un articolo di Emanuele Ricucci purtroppo è doloroso ma necessario segnalare un episodio: a Trieste, come ormai da troppi anni, sono state sventolate le bandiere tricolore di Italia e Jugoslavia “decorate” da una stella rossa, in un gettito di superficiale e provocatorio anacronismo.

In ricordo del 1 maggio del 1945. Quel giorno la guerra in Italia è finita, almeno formalmente. Non finisce a Trieste, non finisce in Istria. Il 1 maggio del 1945 i Titini occupano la città giuliana. Entrano per le strade di Trieste al grido “Trst je nas”. “Trieste è nostra”. Entrano con una bandiera straniera. Entrano per portare ed imporre una cultura diversa. La stella rossa all’interno del tricolore italiano significa comunismo. Con quell’idea d’internazionalismo che, per i Titini è, però, secondo all’idea di una riscossa slava.

Ciò che rappresenta la presenza italiana, a partire dagli italiani stessi, deve essere sminuito, ridotto, sottomesso e, se necessario, eliminato.

Con qualunque mezzo.

Le formazioni italiane inquadrate nell’esercito Titino – le formazioni garibaldine “Natisone”, “Trieste”, “Fontanot” – vengono dislocate altrove. Il CLN – cioè il Comitato di Liberazione Nazionale – triestino che il 30 aprile si era sollevato ed aveva, di fatto, preso il controllo della città viene costretto al ritorno in clandestinità e qualcuno fra gli abitanti della città comincia a sparire. Più di qualcuno. Troppi.

 “Su tutto il mondo rideva in quei giorni la Pace; a Trieste regnavano terrore e dolore. Ascoltavamo alla radio il giubilo di tanti popoli, il clamore esultante delle città liberate (…); su noi incombeva l’avvilimento dei beffati dal destino. Tutto quello che la città aveva amato era atterrato, rinnegato, soppresso, coperto da miriadi di cartellini stranieri come da una coltre funebre; si foracchiava di proiettili il Tricolore della Nazione, si lordavano i monumenti, si bivaccava sullo zoccolo della statua di Giuseppe VERDI (…). Mai aveva Trieste sofferto così crudele deformazione del suo volto ed inversione dei suoi sentimenti. Né potevano gli Italiani credersi sicuri della vita: ogni notte, dalle case perquisite, ne erano portati via con gli autocarri alcuni che non tornavano più. Ogni giorno a migliaia fuggivano verso l’Isonzo, anche a piedi, i cittadini d’altre province d’Italia ; e quando un’immensa folla, quasi sprigionandosi da quella angoscia, s’accalcò sulle vie al grido “Italia! Italia!” si scaricarono su di essa le mitragliatrici. Pareva che la stessa parola Italia dovesse essere morta. Nel vasto mondo intanto s’inneggiava alla pace, anzi alla pace della giustizia, alla pace della Libertà, affermava Silvio Benco

Quaranta giorni di occupazione e terrore. La foiba di Basovizza ancora li ricorda. Una lapide a via Imbriani – e quando un’immensa folla, quasi sprigionandosi da quella angoscia, s’accalcò sulle vie al grido “Italia! Italia!” si scaricarono su di essa le mitragliatrici. – ricorda. Gli scomparsi, i perseguitati, gli italiani ricordano. O almeno dovrebbero.

Il 12 giugno la città viene liberata ed entrano gli Alleati. “Liberata”.

In realtà fino al 1954 Trieste rimane amministrata dal Governo Militare Alleato e solo dopo il memorandum di Londra Trieste può ricongiungersi alla Madre Patria. Ma il Governo Militare Alleato, i morti del 5/6 novembre 1953 – “Gli ultimi Martiri del Risorgimento” dal bel libro di Michele Pigliucci, presidente del Comitato 10 Febbraio – sono comunque un ricordo migliore di quei “quaranta giorni”.

1 maggio 2016. Stelle rosse sulle bandiere. No, non è una rievocazione storica, né un film o una lezione interattiva per gli studenti. Qualcuno, evidentemente, rimpiange quelle giornate. Altri appongono una stella rossa sulla fontana sulla strada che porta a San Giusto. Una stella rossa che guarda la città dall’alto. La fontana, denuncia Daniele Mosetti di Fratelli d’Italia, è ad uno degli ingressi del Parco della Rimbranza. “Il fatto di ieri è particolarmente grave, in un contesto come quello odierno del ricordo legato al Centenario della Grande Guerra, promosso grazie l’impegno diretto del Governo italiano. Perché i caduti della Grande Guerra sono morti per Trieste italiana. E il loro sacrificio, sia stato volontario, eroico o meno, non può essere profanato da nessuno. Chiediamo ai sindacati di espellere ogni forma di nostalgia per Tito dai propri cortei, dalle proprie rivendicazioni

Everest Bertoli – Forza Italia – “I 40 giorni di dominazione titina sono stati un incubo per Trieste. In quel periodo sono spariti 4000 cittadini mai più tornati, colpevoli di essere italiani. Guardare il 1 Maggio 2016, anniversario dell’occupazione titina di Trieste quelle bandiere sventolare per la città in un chiaro gesto provocatorio e premeditato e senza che nessuna autorità sia intervenuta è qualcosa di pazzesco”.

È pazzesco che solo la splendida realtà di “Trieste Pro Patria” abbia contrastato pacificamente, tricolori quelli veri, quelli verde, bianco, rosso, alla mano e inno sulle labbra, questa vergogna.

Il “Comitato 10 febbraio”, quotidianamente impegnato nel ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, sulla propria pagina esorta:  “Il Sindaco Cosolini, la Governatrice Serracchiani e il Governo Nazionale devono condannare il gesto e promuovere le iniziative delle associazioni degli esuli e di chi, come il Comitato 10 febbraio, si occupa di Ricordo. Il disprezzo per la Storia, il disprezzo per le tragedie italiane non è soltanto ignorante e criminale. È il primo requisito di chi sta distruggendo la nostra Nazione. Invitiamo i triestini e gli italiani tutti a partecipare, giovedì 5 alle 9, alle celebrazioni per i caduti di via Imbriani – medaglie d’oro al Valor Civile – organizzate dalla Lega Nazionale in via Imbriani 4. Nel luogo dove il 5 maggio 1945 l’esercito titino falciò e uccise i triestini che gridavano e ancora gridano ‘Italia! Italia!’

11 Commenti

  1. permettetemi.. noi dovremmo far pace con la memoria.. è vero, la dominazione titina è stata un incubo, sono sparite 4.000 persone e posso solo lontanamente immaginare il dramma di quei giorni..posso solo lontanamente immaginare il dramma delle foibe, degli esuli istrinai, i danni che le ideologie sinistre hanno arrecato al paese..però devo, dico DEVO e non posso dimenticare le tragedie degli internati nei campi italiani in Slovenia e Croazia.. anche noi abbiamo fatto sparire persone la cui colpa era solo quella di essere Slavi..bene..credo sia ora di far pace con la memoria …con grande difficoltà siamo più o meno arrivati a scrivere delle nostre tragedie.. ma a tutt’oggi quasi nessuno conosce le prigioni dell’Isola di Rab, nessuno conosce il famigerato Colonnello Cuiuli e i suoi scagnozzi..nessuna celebrazione ..se solo tutto ciò fosse ricordato tra i banchi di scuola, non staremmo ancora a parlare di chi fu più brutale e chi meno..siamo colpevoli di genocidio tanto quanto loro..solo la sconfitta ha impedito drammi peggiori e ha incentivato la loro barbarie.. dovremmo far pace con la memoria e ricordarci dei morti ..tutti..non solo quelli sospinti dal vento favorevole

    • No, le cose non stanno così. La Croazia era zona di guerra e secondo le convenzioni internazionali nelle zone di guerra la popolazione civile deve condurre la propria vita quotidiana senza interferire con le autorità militari occupanti. Invece i croati facevano la guerra partigiana ai nostri danni e quindi giustamente sono stati internati nei campi militari, incluso quello d ell’isola di Arbe (in italiano si dice così, Rab la chiamano i croati). I fatti di Trieste e dell’Istria sono invece massacri perpetrati a guerra finita da gente che non era inquadrata in alcun esercito regolare.

  2. Ma basta!!!Ogni anno le solite Fregnacce!!!Sono passati più di 70 anni ed a nessuno più interessa ricordare ciò che non ha vissuto!!

    • Signor Lino, scommetto che se qualcuno oltraggiasse apertamente e provocatoriamente, in maniera strafottente insomma, la Resistenza, i suoi luoghi e i suoi protagonisti, non direbbe le stesse cose, soprattutto in questo modo, un filo superficiale.
      Vede, non si tratta tanto di non aver vissuto temporalmente i fatti, quanto della memoria, sintomo di civiltà, e dei significati che attraversano la storia, anche fra cento anni, gli stessi che meritano un sincero rispetto.

      • infatti le campane suonano sempre da una parte sola: qui si vedono solo da una parte, altrove solo dall’altra.

        il commento di Lino, per quanto inappropriato nella forma e nei contenuti, ci ricorda che più della storia può l’ignoranza e il senso di appartenenza, così come ce lo ricorda questo pezzo, non nel merito, inappuntabile grossomodo, ma nel suo contesto: fosse successo l’opposto, *qui*, non se ne sarebbe parlato.

        • Repetita…: non si tratta tanto di non aver vissuto temporalmente i fatti, né di faziosità inutili, quanto della memoria, sintomo di civiltà, e dei significati che attraversano la storia, anche fra cento anni, gli stessi che meritano un sincero rispetto.

    • Ma che ne sa Lei per dire “a nessuno” interessa? E’ forse in grado di leggere nelle coscienze di tutti gli individui umani? E se crede di essere in grado di fare ciò, ebbene Le dico che lo fa male, perché invece a molti giuliani ricordare interessa eccome. La prossima volta si limiti a parlare a nome suo proprio e non a nome degli altri di cui Lei nulla sa.

  3. il comunismo è una cancrena che se non si taglia infetta tutto il corpo

  4. In fondo qui il regime catto-comunista, (MAFIA consolidata)son 70 anni, che con golpe e sotto golpe e ogni genere di vessazione, si gode frutti criminali del proprio regime,e questi con stelle e senza stelle, perché per loro l’unico master (stella polare) è quello di RUBARE, tutto il resto per loro è democrazia da DEBELLARE sul NASCERE!!!!

  5. Perché meravigliarsi? Ci siamo dimenticati che i comunisti del PD si sono defilati dietro la generica dichiarazione di essere “di sinistra?”. Ci hanno forse fatto un lavaggio del cervello per farci dimenticare questo percorso?: PCI►PDS►DS►PD? Ci siamo dimenticati che da tre anni siamo governati da abusivi con un incruento colpo di stato benedetto da un capo di stato comunista? Anziché indignarci per quella assurda stella rossa, frutto di una abissale ignoranza, indigniamoci con il signor Giorgio Napolitano autore del colpo di stato e incriminiamolo per tradimento della Costituzione.

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