Il fumetto a luci rosse è femmina

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Una bellezza formosa, modello anni Cinquanta: body, giarrettiere, seno prominente, fianchi torniti. E poi il racconto per immagini di atti sessuali tra uomini e donne, o nudi integrali quasi sempre della stessa artista: mai è un modello di donna contemporaneo, asciutto e androgino, quello che esce dalla matita dell’unica disegnatrice erotica italiana, Giovanna Casotto. Una brillante carriera quella dell’artista di Desio, classe 1962, 52 anni portati come una fata e due figlie più che maggiorenni. La sua matita rappresenta la vera donna, quella che forse, moda a parte, sempre ha conquistato ogni uomo: “femminile, ma non femminista”, dice la Casotto. Corpi sensuali e attraenti, certo, ma mai immagini di signore aggressive, che con la loro presenza inducono timore o reverenza. “Rispetto e amo i corpi che ritraggo con la mia matita, che sono quelli di donne morbide, in carne, non androgine e spigolose”.

La Casotto è l’unica donna in Italia che si è specializzata in disegno a luci rosse: un’infanzia e un’adolescenza complessi l’hanno fin da subito responsabilizzata e allo stesso tempo le hanno insegnato a trovare un suo mondo, una sua dimensione in cui rifugiarsi, ma anche in cui poter essere visibile, acquisire un carattere ed esprimere una sua precisa personalità. Il suo mondo è quello del disegno, che fin da bambina l’appassiona, in particolare quello erotico. “Da piccola vivevo con le mie nonne in campagna – racconta – Da una parte c’erano loro che mi lavavano vestita o non volevano ci si guardasse allo specchio, dall’altra c’erano i miei cugini, con cui ho conosciuto tenerezza e carezze”. In un mondo a metà tra il bigottismo e l’affetto spontaneo, Giovanna Casotto trova se stessa nelle sue tavole, nelle sue donne, nelle figure femminili che lei crea. “Inventavo il mio mondo, e allo stesso tempo cercavo attenzione”.

La Casotto si rende portavoce di un nuovo e preciso modello di femminilità: “oggi per la società una donna deve essere sempre giovane, in esercizio fisico perenne, a dieta… questo accade perché si teme e non si accetta di invecchiare. Ma sono collegamenti che nascono dalla società consumistica in cui viviamo. Con il mio lavoro esprimo una diversa femminilità, che può far sognare e trasmettere un senso di intimità e vicinanza”. Una bellezza che non allontana, che anzi accoglie e conduce in un mondo nuovo, quello appunto che la Casotto si è creato prendendo come modello se stessa la maggior parte delle volte, ma che prevede anche ospiti, arrivati da soli e accettati, come La Cocca: “Mi ha contattato quattro anni fa appositamente perché voleva diventare un mio personaggio: l’ho disegnata spesso, le piace apparire ed è un’appassionata di fumetto. Io mi sono sempre disegnata per necessità, lei invece si è proposta per un suo desiderio”. In mostra si vedono anche tavole che raffigurano La Cocca, che, insieme alle Pin Up, alla Lambretta che la stessa Casotto ha portato al Museo, ai suoi ritratti di donna dal corpo morbido e femminile, insieme a abiti e scarpe in stile anni Cinquanta, formano una mostra in cui l’erotismo ha un sapore spontaneo e affettivo, non volgare pur essendo anche spinto.

Diplomata all’Accademia di Brera, disegna per l’Intrepido, per la rivista Selen, per Blue, per varie testate straniere, e stabilisce un lungo sodalizio con Franco Saudelli, per lei maestro di disegno e di vita. Attualmente, la Casotto pubblica in Italia con la casa editrice 001 Edizioni, la quale stampa il recente albo “Relazione pericolose”, primo di una serie di quattro volumi. Negli anni partecipa a molte trasmissioni televisive, alcune delle quali condotte da Maurizio Costanzo, Daria Bignardi, Andrea Pezzi e altri.

5 Commenti

  1. Le donne si sono perse. Non riescono piu’ a conquistare gli uomini. Continuando a tirarsi la pelle e ingrossare seno o labbra non fanno altro che finanziare chirurghi estetici e dimostrare la loro debolezza. La femminilita’ ha anche altre armi, nn solo il viso da quindicenne! Per prima la Casotto con i suoi disegni di corpi sensuali e pieni, curati ma formosi, e’ portavoce di una femminilita’ che ha sostanza, e che non e’ vittima della moda (in mano ai gay, e che ne sanno loro -con tutto il rispetto- di cio’ che conquista un uomo, ovvero l’accoglienza e non la secca aggressivita’?)

    • Splendido commento peccato che una visione così immediata semplice e profonda appartenga a poche donne. Complimenti a Marta ciao

  2. guardi dalla finestra e vedi tante fanciulle poco più che scheletriche abbarbicate a vecchi panzoni, ragazze normali a caccia di principi azzurri, più givini ancora, si diceva ”sbarbine”, che si danno alla vita( magari ricattando, poi, il pedofilo). Cioè, il debosciato, debole e facile preda è l’uomo, il femminile è occhiuto sfruttatore e mercenario, logico venere pure nel fumetto le delizie nascoste agli incapaci!

  3. “Femminile, ma non femminista”. Una frase tanto breve che racchiude un enorme verità. Il contrario di quello che oramai è l’italiana media.

  4. Anche mia madre, allevata a Monza da una zia molto bigotta, doveva farsi il bagno con un camicione che la copriva interamente. La zia le diceva che era scandaloso guardare il proprio corpo nudo. Era così bigotta che quando ascoltava alla radio la voce dell’allora Papa Pio XII si commoveva al punto da farsi la pipì addosso.

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