Il prossimo autunno/inverno, sarà, secondo quanto presentato a Milano durante la fashion week, idealmente la stagione della riscossa per gli accumulatori seriali. Quelli che, per intenderci, non hanno mai buttato via i jeans logori del liceo, gli stessi che hanno conservato gelosamente le trine della nonna mai usate e stipate in un vecchio baule, e, ça va sans dire, non hanno saputo dire addio neanche alle improbabili zeppe degli anni della disco dance. Questi maniaci da ammassamento stilistico ritroveranno sicuramente, nei loro guardaroba, qualcosa da ripescare per emulare i trend più importanti per l’A/I 2016-17.
Il ritorno delle calze
Si fa presto a dire inverno, quando poi la moda ci vuole scoperte, con le gambe al vento, esposte tanto alle influenze di stagione quanto allo sguardo critico delle modaiole. “Chi bella vuole apparire un po’ deve soffrire”, diceva la stessa nonna di cui oggi alcuni conservano i merletti, e allora via a lunghe stagioni passate sotto zero sì, ma senza calze. Ecco, è il momento di dimenticarsene. In aiuto, direttamente dagli anni ’90, arrivano i collant, che faranno la guerra, pare, alla pelle esposta a tutte le temperature, quella glaciale compresa. Ce n’è, secondo i brand che hanno sfilato nel calendario di Milano Moda Donna, per tutti i gusti: preziose e fiorate o nere e velatissime sulla passerella infiammata (perché “la moda uccide”) e dall’anima rock di Moschino, delicate e con sottili ramage per N°21, avvolgenti e a prova di colonnina di mercurio per Blugirl, e sottilissime, quasi invisibili per Max Mara.
Via libera al velluto
Non solo calze. Ai diktat del passato appartiene sicuramente anche il velluto. Che lo si ami o lo si odi bisogna appuntarselo: il sinuoso materiale, sceso dalle passerelle, invaderà le vetrine del prossimo inverno. Lo gridano a gran voce tanti nomi del fashion system, capitanati dal signore della moda, Giorgio Armani. Re Giorgio gonfio del successo sul red carpet hollywoodiano per eccellenza (suo l’abito indossato da Leonardo di Caprio per ritirare l’agognata statuetta durante la notte degli Oscar) sul velluto ha costruito un’intera collezione cupa come la notte, e non è stato il solo. Accanto a lui tanti altri nomi si sono schierati a favore del tessuto: da Costume National, che ha fatto sfilare morbidi completi color rubino, a Luisa Beccaria che ha confezionato romantici abiti turchesi, passando per Alberta Ferretti, che con la sua collezione “da camera” ha rispolverato il pigiama (un altro must have del prossimo anno, caro, tra gli altri, anche a Etro e Rossella Jardini) elegante per uscire, a Roberto Cavalli e le sue giacche militari, fino al giovanissimo Arthur Arbesser che si è fatto sedurre dal materiale, e lo ha proposto sulla sua passerella in una tonalità intensa di giallo.
Retaggi del passato
Passato quindi, che diventa presente nella speranza di conquistare, in futuro, le donne e i loro guardaroba. Per farlo Emilio Pucci, guidato da Massimo Giorgetti, ha puntato tutto sulle stampe, pietra miliare del dna del brand, che inneggiano questa volta a St. Moritz, tra disegni stilizzati e completi sporty-chic, mentre Simonetta Ravizza ha giocato sul sicuro con un’ode formato cappotto over (ma anche pelliccia, in quantità) e completi scanzonati, agli anni’70 –stesso decennio che ha dato il via alle donne forti e al tempo stesso romantiche della collezione di Philosophy by Lorenzo Serafini-, mentre andando ancora indietro di un decennio ai favolosi sixties, tra le sue icone, in passerella, ha fatto addirittura capolino Jackie ‘O riveduta e corretta dalla vision di Anteprima.
Merletto addicted versus bad girl
L’inverno 2016 vedrà trionfare, in termini di stile, le inguaribili romantiche. Trine e merletti confluiranno infatti in abbondanza sui capi, popoleranno gli scaffali sotto forma di abitini bon ton, gonne svolazzanti, top trasparenti. Sexy come le donne di Blumarine, all’avanguardia come le creazioni di Ermanno Scervino – che introduce una novità in tema di pizzo, il plissé-, da bambola come le giocose creature di Vivetta o indissolubilmente legate alle fiabe targate Disney come ha imposto il duo di Dolce & Gabbana (che ha sfilato, come di consueto, fuori dal calendario ufficiale della fashion week milanese) le donne, avvolte in preziosi materiali, sogneranno amori romantici. O forse no? Accanto alle inguaribili sentimentali calcherà le strade delle città più alla moda anche un nutrito gruppo di bag girl chiamato in causa (e sulla passerella) da nomi come Philipp Plein, DSquared2 e il più posato duo di Aquilano.Rimondi.
Un asso nella manica
Tra i big della moda, c’è chi, a Milano, ha ideato un’intera collezione focalizzando l’attenzione non su un capo ma su una sua parte, per poi proseguire con la costruzione di figure nuove. A dominare la scena, in questo senso, è stata Consuelo Castiglioni, che, lontana da esplicite ispirazioni dotte, per Marni si è concentrata sui volumi partendo dalle camicie, per poi rivedere tutta la silhouette lavorando sulle lunghezze. Le maniche ampie giocano la parte del leone qui, per poi passare il testimone alla mantella, che si ferma corta sul davanti mentre dietro copre anche le gambe, e ancora alle gonne che ripropongono lo stesso movimento sugli orli. Maniche ampie e sguardo diretto ad un passato lontano abilmente traslato in moda del futuro, anche per Gucci che le propone a prosciutto, ampie, in tulle o coperte di rouches. Diverse per ogni uscita, come diversi sono stati i look proposti da Alessandro Michele. Patron delle contaminazioni a tutti i costi, il designer ha viaggiato nel tempo e sfidato epoche diverse, spaziando da ispirazioni rinascimentali alle atmosfere disco anni ’80. Ciliegina sulla torta un tocco di street style, complice l’intervento di Gucci Ghost, guru del graffito, chiamato a ravvivare, spray alla mano, capi e accessori. Il suo asso invece Prada lo ha nascosto sotto voluminosissime maniche in pelliccia. E poi ha aggiunto abitini e corsetti, colletti da staccare, stivali allacciati fin sotto il ginocchio, mantelle, abiti (in velluto!) retrò, stampe variopinte, calzette a rombi, drappeggi sulle spalle, borse pratiche da portare a tracolla (e già acquistabili, secondo le ultime esigenze del mercato e delle shopping addicted) scrivendo la storia di donne-viandanti, marinaie che, nella confusione di uno stile creato accaparrando capi qua e là da un immenso ideale guardaroba dove non si butta via nulla, trovano il giusto equilibrio per affrontare le avversità del quotidiano prima e della moda poi.