Quanto spazio ha la danza in Italia? È una domanda che sorge spontanea soprattutto se si guarda alla danza contemporanea ed è stata questa una delle esigenze per cui è nata NID Platform – Nuova Piattaforma della Danza Italiana. «Purtroppo dal 1996» – ci racconta la direttrice Luisa Cuttini – «mancava una vetrina della danza italiana per il mercato nostrano ed estero, per fortuna nel 2012, supportati anche dal Ministero, questo progetto è stato ripreso, condividendolo in particolare con R.T.O. (Raggruppamento Temporaneo di Organismi, nda)». La terza edizione avrà luogo dall’8 all’11 ottobre a Brescia, che ben si presta a una rassegna visti i teatri e gli spazi disponibili funzionali e a poca distanza l’uno dall’altro.
Circa novanta compagnie italiane hanno risposto alla chiamata del bando pubblico indetto lo scorso novembre. La Commissione Artistica Internazionale, costituita, da Carmen Romero, Cornelia Albrecht, Felix Wittek, Gilberto Santini, Gisberto Morselli, Umberto Angelini, ha individuato diciassette produzioni coreografiche a cui si aggiungono due compagnie ospiti (Michele Di Stefano con la Compagnia MK e la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi). Ad aprire le danze sarà “Sakura Blues” di DaCru Dance Company: «un lavoro» – si legge «che comunica il senso poetico, struggente della nostalgia e della tenerezza legata ai ricordi, stato d’animo che accomuna ogni essere umano».
La Cuttini ci racconta come questi intensi quattro giorni offriranno «il più ampio spettro possibile della danza italiana, il prospetto che ne è uscito è molto vario in tutti i sensi – dallo stile alla formazione delle compagnie – ed abbiamo tenuto presenti grandi nomi, ma anche molti giovani». Ci rivela che la sensazione registrata anche dai commissari esteri è di una grande qualità, bisogna “solo” conoscerla e prenderne consapevolezza. Iniziative come la NID vanno proprio in questa direzione, proprio per educare ed acquisire gli strumenti per decodificare. «Per apprezzare una cosa la devi conoscere», aggiunge, «in Italia manca la conoscenza, siamo ancora un po’ frenati da mentalità e da una realtà che in qualche caso ha bruciato la situazione, in altri è legata al balletto nell’accezione classica del termine». Non è semplice scardinare la logica secondo cui si riempie il teatro solo se si ha determinati nomi o un certo tipo di spettacolo. L’artista sottolinea come bisogna lavorare tanto su questi aspetti perché il bacino è enorme e va coltivato. Loro hanno dato vita a percorsi mirati con le scuole di danza, ma se alcune hanno aderito con entusiasmo, altre sapendo che si trattava di danza contemporanea hanno declinato l’invito alla visione e al confronto delle performance proposte durante la NID. Sembra un paradosso ma è così, emerge come sia necessario lavorare sia sulle scuole specializzate che sul pubblico “normale”. La manifestazione terrà un tavolo tematico sabato 10 proprio «sulle nuove esigenze del pubblico e su nuove politiche culturali per gli spettatori di domani».
Vogliamo sottolinearvi un’altra caratteristica della NID che abbiamo apprezzato: anche le compagnie non selezionate avranno la possibilità di presentare il proprio materiale perché non è importante soltanto l’aspetto performativo, ma anche il contatto con gli operatori.
Appuntamento allora a Brescia per continuare a mettere in atto un cambiamento.
Per il programma dettagliato: