
A quanto pare Nanni Moretti con il suo “D’Alema, di’ qualcosa di sinistra” citato, declamato, brandizzato dagli antibaffiniani non aveva capito un cappero. O forse i tempi son cambiati, chissà… Fatto sta che ieri l’unico a dire “cose di sinistra” è stato proprio lui. Massimo D’Alema.
Scena: festa dell’Unità milanese, parco Montanelli, pomeriggio, pubblico dai trenta-quaranta in su in attesa di birra e salamella, anche come comfort-food per dimenticare un afflato politico degli interventi non proprio smagliante. E arriva Max. Sul palco con lui ci sono David Sassoli, vice presidente del Parlamento europeo, e il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Tema dell’incontro: la questione migratoria. Dopo un paio di tirate di Sassoli piene di enfasi dogmatico-europeista (applausi zero, scricchiolii di mocassini sul brecciolino tanti), e un paio di recriminazioni di Gentiloni sul fatto che l’Europa non ha una politica comune sui migranti, sono partite le bordate di D’Alema.
Punto primo: “la gente ricca non scende in piazza contro gli immigrati. Il problema immigrazione grava su chi sta peggio”, e il (nemmeno troppo) sottinteso è che la sinistra renziana di chi sta peggio se ne frega. D’Alema racconta: “i ricchi sono molto più tolleranti verso gli immigrati. E grazie! Una volta un vecchio compagno romano mi disse: ma tanto poi i campi rom li fanno vicino a casa mia, non vicino a casa tua. Aveva ragione!”. Applausi dal parterre per Max.
Punto secondo: la ricetta “liberista di sinistra” è un recupero vintage anni 90 che non funziona più, anzi: “il problema è che il mainstream liberista è nell’agenda anche di alcuni governi di sinistra”. E questo appiattimento sulle politiche di destra è la causa di tutti i problemi: “Siamo al governo con Alfano, Cicchitto, Verdini. Dal 41 per cento a oggi i sondaggi ci danno al 30 per cento: qualcosa è successo se ci siamo persi per strada 2 milioni di elettori!”. Ri-applausi.
Punto terzo: la Germania. Sull’argomento c’è da ricordare il video che diventò virale su youtube nei giorni del referendum greco, in cui D’Alema spiegava come gli aiuti alla Grecia fossero finiti in cassa alle banche tedesche. “Se la sinistra europea resta subalterna alla filosofia monetarista e pro-austerity della Merkel vinceranno i populismi” spiega D’Alema. E affonda, sempre in funzione antirenziana: Se, nonostante le facilities messe in campo da Mario Draghi lo sviluppo europeo è sempre allo zero virgola, è perché la ricetta monetarista appoggiata dalle sinistre europee non funziona. Applausi. “E il governo italiano è dentro questo quadro”. Applausi. Gentiloni ha il casco di capelli in disordine. Per D’Alema la sinistra Italiana ha rinunciato a fare la sua parte, perfino fregandosene delle elezioni del leader dei socialisti europei. Tantissimi applausi dal parterre. Gentiloni che sostiene il ruolo pro-governo, cappottato.
E insomma, non si sa se per profonda coerenza politica o per spostamento dell’asse dello Zeitgeist, il sarcastico, aristocratico, D’Alema è sembrato l’unico a dire cose di sinistra alla Festa dell’Unità. Senza la retorica sentimental-moralista dell’accoglienza. Per chi è di destra è bello avere un nemico come d’Alema: chissà, la statua di Montanelli si sarà fatta una risatina. E comunque a distanza di vent’anni si può dire: Nanni Moretti a quanto pare non ci aveva capito un cappero.
FORTUNATAMENTE NON LO HANNO ELETTO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA…. FA SCHIFO COME UOMO E POLITICO. HA INGANNATO IL SUO ELETTORATO DI CAPRONI CHE GLI HANNO PERMESSO DI ARRICCHIRSI.
VIA DALL’ITALIA !
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