Anche ai festival la cultura è dialogo feroce

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Un momento dell'intervista a Alessandro Sallusti fatta da Edoardo Sylos Labini
Un momento dell'intervista a Alessandro Sallusti fatta da Edoardo Sylos Labini
Un momento dell’intervista a Alessandro Sallusti fatta da Edoardo Sylos Labini

D’estate fioriscono i festival. Ce ne sono per tutti i gusti: teatrali (quelli di Spoleto e di Santarcangelo), filosofici (a Modena, ma anche“PopSophia” a Pesaro), poetici (il ParcoPoesia a Rimini), musicali (il Rossini Opera Festival), letterari (Pordenone Legge o il Festivaletteratura di Mantova), onnivori (Ravenna Festival), perfino religiosi (il Festival Francescano a Bologna). 

Un bel modo per rendere redditizia l’unica cosa che l’Italia possiede davvero, la cultura. Un modo per inchinarsi al al mass market, dicono i gonzi, quelli che ignorano che la cultura si fa dialogando con ferocia (questo è Platone) e che la vera opera d’arte è l’artista che prova se stesso fino al delirio (questo invece è Rimbaud). 

Ora perfino Riccione, terra del divertimento, ha il suo festival culturale, grazie alla nuova amministrazione guidata da Renata Tosi. Si chiama Riccione Incontra ( e richiama una risorta tradizione culturale riccionese. In pochi sanno, infatti, che Riccione, nel 1947, scoprì un imberbe Italo Calvino, e che 25 anni fa commissionò a Pier Vittorio Tondelli una antologia di scritti sulla Riviera romagnola. Dopo Alessandro Sallusti  capiteranno, fino a fine agosto, personaggi come Luca Ward, Carla Fracci, Vittorio Sgarbi. L’obiettivo è rompere gli argini del pensiero unico.