Elezioni a Venezia. La sublime arte di perdere senza combattere, dice Sun Tzu

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La strategia del Centrodestra per le imminenti elezioni del comune di Venezia ha una sua sublime perversione. D’altronde già il maestro guerriero per antonomasia Sun Tzu era stato chiaro: La strategia è la via del paradosso”. Così tenere nascosto il più possibile il proprio candidato nell’imminenza della battaglia, al riparo da ogni visibilità, proteggerlo, fargli da scudo, per non scoraggiarlo anzi tempo addirittura non allertarlo neppure, è certo un paradosso.

Eppure Venezia, capitale mondiale della cultura e dei beni culturali e dell’arte contemporanea, luogo simbolo della nostra stratificata e visionaria capacità creativa, varrebbe pura una messa o una mossa. Dal 1993 governa indiscussa la sinistra nelle sue molteplici nuances e anche la recente debacle di Orsoni, costretto a dimissioni per lo scandalo Mose, non sembra produrrà variazioni di sorta; e ciò, nonostante i numerosi problemi (anche di bilancio) che la città ha, nonostante una classe dirigente di sinistra ormai frustra, logorata, provata da 20 di governo ininterrotti, non sempre con splenditi risultato.

Felice Casson vince le primarie
Felice Casson

Le primarie della sinistra hanno decreto la candidatura dell’ex magistrato Felice Casson, civatiano, che ha sbaragliato la concorrenza di due renziani. Un nome non nuovo alla politica, a dimostrazione che il pd non si pone come un partito riformatore, anzi. Ma di fatto, le primarie, in assenza di credibili candidature nel Centrodestra, assorbono tutto lo spazio dell’immaginario collettivo e mediatico, rendendo improponibile qualsiasi cosa al di fuori del perimentro prestabilito di sinistra.

A oggi, Casson è già il sindaco di Venezia. Anche per via di due conticini elettorali che chiunque può farsi. In epoca seconda Repubblica: nel 1993 il giovane Massimo Cacciari prese al primo turno il 42% dei voti, 15 punti in più del candidato leghista; nel 1997 Cacciari bissò l’exploti con il 64% dei voti, vincendo al primo turno contro il candidato di Forza Italia fermo al 20%; nel 2000 Paolo Costa fu superato al primo turno da renato Brunetta di 1 punto percentuale, ma al secondo turno vinse con 10 punti di distacco; nel 2005 epico scontro tra sinistra e sinistra-sinistra, il riproponente Massimo Cacciari e appunto Felice Casson che vinse al primo turno (37 contro 23), ma perse al secondo (50 contro 49); nel 2010 Giorgio Orsoni portava a casa contro Renato Brunetta la vittoria al primo turno con il 51% contro il 42%.

Certo a mitigare la frustrazione di un Centrodestra assente, aiuta ancora Sun Tzu: Si può sapere come vincere, senza necessariamente vincere”. Ma anche a sintetizzare la strategia della sinistra: “La miglior vittoria è quando l’avversario si arrende di sua propria iniziativa prima che vi siano davvero delle ostilità. È meglio vincere  senza combattere”.