Siamo a Trastevere, ex rione popolare romano, convertito alla residenza di lusso, ai locali e alla movida. Tra il Ministero della Pubblica Istruzione e Porta Portese gli svettanti palazzi ex Gil, di per sé un must di studio dell’architettura moderna. In uno di questi è esplosa una lotta al coltello tra il Campidoglio del sindaco Ignazio Marino e l’inesauribile Viperetta, al secolo Massimo Ferrero, divenuto famoso da quando è patron della Sampdoria. Nella colluttazione sono finiti anche i dipendenti di Ferrero e gli ex occupanti del Cinema America.
Solo 4 anni fa, i 100 dipendenti della Mediaport, società cinematografica di Ferrero avevano fatto uno degli scioperi più lunghi della storia delle cinesale nazionale. Oggi invece li trovi in sit in di protesta a Piazza Venezia, solidali col capo, col Viperetta. Tutti uniti contro il Comune di Marino che con un blitz dei vigili ha sgomberato il 6 marzo la Sala Troisi, già Cinema Induno. Atto illegittimo per Ferrero, ripristino della legalità per il presidente Municipio Centro Pescitelli.
C’è voluto quasi un decennio di carte bollate al Tribunale penale di Roma perché il gruppo Ferrero rilevasse, prima in affitto poi in proprietà i 10 storici esercizi del circuito ex Cecchi Gori, dall’Adriano, dieci sale, al sei sale Atlantic, fino ai monosala come Admiral o appunto il Troisi. Anni passati invano per il patrimonio capitolino che rivendica la proprietà della sala dal 1983. Con l’esclusione della cabina del proiezionista che sarebbe della Regione.
Il Cinema Induno era il regno dei film Disney per bimbi e ragazzi. Poi diventò Troisi con un spesa esorbitante di 2 miliardi di vecchie lire e scelte di design contestabili. Sotto la direzione Parisi diventò un luogo di cine cult con incassi anche da un miliardo. Poi venne lasciato al suo destino. La digitalizzazione durò il tempo di un’estate per poi essere inspiegabilmente rimossa.
Dal 2012 il Troisi non era attivo. Anche il museo regionale al pianoterra dell’altro palazzo Gil di piazza Ascianghi, è al momento indisponibile, di nuovo immerso nelle solite ristrutturazioni. Ci sono mille case, centri e teatri occupati abusivamente di cui occuparsi. Strano che la priorità sia toccata proprio a un’impresa e al lavoro dei suoi dipendenti che oggi chiedono di riavere indietro il Troisi. Il patron della Sampdoria per protestare contro Marino, “che non ha fatto nemmeno una telefonata”, ha chiuso tutte le sue sale per un giorno.
Invece la politica capitolina vuole affidare la sala agli ex occupanti abusivi dell’ex Cinema America, in difficoltà con l’affitto degli spazi dove si sono spostati. In nome della legalità. Non fosse che ai ragazzi passasse la voglia di occupare.
Viperetta, inesauribile showman di se stesso, ha trovato un nuovo ruolo, da capopopolo sindacale e incita i suoi alla lotta da Facebook: “Oggi i dipendenti del gruppo scioperano per difendere un cinema storico, il Troisi. Chi vuole si unisca a noi!” #CinemaTroisi