
In Italia, in effetti, visto che gli scrittori non hanno una identità estetica, meglio parlare di sciocchezze. Sulla raffinata testata statunitense, la Ferrante ci spiega che non esistono “quote rosa” in letteratura: «mi è rimasta l’idea (anzi, nel tempo è cresciuta) che i più grandi narratori fossero uomini e che da loro avrei dovuto imparare. […] Ho cercato di imitare dai grandi romanzi scritti da uomini».
La Ferrante ci relaziona che «non volevo scrivere come Madame La Fayette o Jane Austen o le Bronte, ma come Defoe, Fielding, Flaubert, Tostoj, Dosoevskij o addirittura Hugo. Mentre i modelli offerti dalle romanziere donne mi parevano pochi e spesso modesti, quelli dei romanzieri maschi erano numerosi, abbaglianti».Viva la sincerità.
Ma chi è il genio che ha intervistato la Ferrante? Sandro e Sandra Ferri. I fondatori delle Edizioni e/o. I tipi che pubblicano la Ferrante in Italia. Ma pure, con marchio Europe Editions, negli States.
Alla faccia del conflitto di interessi.