Dandy 2.0: il gentiluomo è di moda

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Li si vede camminare per strada con le loro barbe solo apparentemente incolte, con i baffi avvitati all’insù, le giacche a scacchi e gli occhiali di tendenza, ambasciatori di quello stile nuovo di zecca, l’hipster, che sta lentamente ma con costanza contaminando gli uomini moderni. Passeggiano con la disinvoltura di chi, la mattina, è pronto ad affrontare una giornata qualunque sfoggiando però outfit che gridano ricerca e che non lasciano nulla al caso. Chi è l’uomo che ha scelto di votare il proprio gusto estetico ad uno stile, l’hipster che sta prendendo sempre più piede a dispetto del gender bender sovrano delle ultime passerelle?

È una parola, hipster, che può voler dire molte cose. Coniata negli anni ’40, è arrivata fino a noi carica di significati diversi che però confluiscono tutti in una sola filosofia di pensiero, che accosta la malinconia per il passato alla voglia di essere liberi di esprimersi (anche) attraverso un uso originale del guardaroba.

Quello che oggi invade le strade è quindi una sorta di dandy 2.0 che trova nel passato gli spunti stilistici giusti per affrontare il futuro. A lui va, ad esempio, il merito di aver riportato in auge il papillon, riesumato ad uso e costume di questi nuovi signori della moda. Prima di inorridire immaginando Beau Brummell con barba lunga e giacca a scacchi c’è da fare una riflessione per capire che in effetti gli elementi in comune sono così tanti da poter pensare ad un salto all’indietro nel tempo di quasi due secoli.
Il dandy ottocentesco, proprio come il moderno hipster, costruiva il proprio stile basandosi su un categorico rifiuto nei confronti della mediocrità borghese, e quindi, traducendolo in parole moderne, dell’omologazione. Maestro di classe ed eleganza, tanto nell’abbigliamento quanto nei modi, il signore dello stile del XIX° secolo protestava silenziosamente contro una società che non apprezzava (almeno in termini di gusto), e indossava la sua personale divisa concretizzata dalla cura estrema di ogni dettaglio, sentimento, questo lo accomuna non poco al modern dandy, che per distinguersi dalla massa di infervorati a caccia di tendenze, rispolvera dettagli del passato per suggellare uno stile unico e immediatamente riconoscibile.

Quali sono dunque questi particolari così importanti al punto da definire un nuovo modo di vivere e di vestire?

Prima di tutto il papillon, da scegliere con cura per non rischiare scivoloni sulla passerella dello stile. Ne fornisce una quantità infinita un brand giovane dal gusto retrò, Cor Sine Labe Doli, che in poche stagioni di attività ha sedotto star e fashionisti di fama internazionale, da Will.i.am a Justin Timberlake . Il suo è un inno a chiare lettere – Cuore Senza Macchia Di Tradimento- ai valori antichi e ad un’eleganza perduta, rivisitato però in modo da poter sposare bene le esigenze della nostra epoca. I cravattini, che qui sono in ceramica, sono una vera e propria sfida alla convenzionalità. E per i più audaci, quelli desiderosi di distinguersi a tutti i costi, il brand propone gemelli –exvoto, cravatte con nodi in ceramica e originali pochette da taschino. Filosofia simile, scaturita dall’amore per il passato, ma diverso approccio, per Armando Capitanio e il suo brand, Re|Dandy, che sta per Recycled Dandy. Il giovane designer ricicla e reinventa indumenti vintage combinando motivi e tessuti. Il risultato? Papillon (ma anche fiori da portare all’occhiello, fazzoletti da taschino double face e cravatte) frizzanti e divertenti, che donano un senso di esclusività – sono tutti pezzi unici- e gongolano l’animo di chi dal passato vuole attingere concretamente.

Hipster, secondo la tendenza nata tra le vie delle città della moda, fa quindi rima con un viveur desideroso di distinguersi sì, ma solo per raffinatezza. A lui sono dedicati gli occhiali 100% made in Italy di Viveur Sunglasses, pensati per un uomo capace di ritagliarsi nella giornata momenti personali di stile e gusto. Le sue collezioni, che si chiamano Cocteau, Dandy, Brummell, Byorn e Charles, altro non sono che un omaggio a questo distinto gentiluomo. Immancabile poi, per chi è a caccia di un guardaroba dal fascino senza tempo, è il cappello. Dimenticato l’ottocentesco cilindro oggi si cercano creazioni moderne e originali. Perfetti per l’impresa di riportare la giusta dose di eleganza passata nelle esigenze stilistiche moderne sono le creazioni firmate Super Duper Hats. Interamente fatti a mano, quasi fossero sculture, i copricapo del marchio sfidano la produzione di massa a suon di modelli unici, che condiscono  tradizione e artigianalità con dettagli contemporanei e innovativi.

Dalla testa, quindi, fino ai piedi, ogni accessorio sembra essere fondamentale, calzature comprese. Ad aiutare l’uomo nella sua infaticabile ricerca di stile ci pensa Alexander Nurulaeff, artista con la passione per le scarpe (e per la pelletteria in generale) che ha creato, Dandy Shoe Care, un servizio che offre una vita tutta nuova alle scarpe, coprendole con una colorazione artistica interamente realizzata a mano. Questo in fondo è il principio di esclusività alla base dello stile dei signori Brummell del ventunesimo secolo.

di Donatella Perrone

1 commento

  1. Se quei tristi figuri della foto possono essere chiamati gentiluomini… allora siamo proprio caduti in basso.

    «Rembrandt pronunciò una virile e sana verità, dicendo che un uomo aveva dignità non quando assomigliava a un dio greco, ma quando gli toccava in sorte un naso massiccio come una clava, un testone che ricorda un elmo squadrato con l’accetta, e due mascelle simili ad una trappola d’acciaio».

    Gilbert Keith Chesterton, L’Imputato

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