La versione di Pilato

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“Fu crocifisso sotto Ponzio Pilato”… quanti di noi assoceranno automaticamente a questa frase il nome di una figura spesso legata allo studio ed alla pratica della religione cristiana, ricordandolo come quello di chi “se ne lavò le mani”, con riferimento alla condanna di Gesù alla crocifissione? Spesso, oltre a quelle poche nozioni che si conoscono riguardo al procuratore della Giudea, che lo dipingono sommariamente come un uomo incapace di imporre la propria autorità in un momento cruciale, diviso tra l’evidente consapevolezza di ciò che è giusto e quello che gli “conviene” maggiormente fare per interessi politici, si sa effettivamente ben poco.

Ad essere messe in scena nello spettacolo, scritto e  diretto da Francesco Sala non sono, quindi, le azioni e le parole del noto protagonista di quegli eventi, Cristo – che invece appare solo di spalle, incappucciato e senza volto –ma, piuttosto, è il fluire della coscienza, così come la immagina Sala, del fautore della morte di Gesù, il cui animo agitato è rappresentato in un crescendo nevrotico di gesti, movimenti e variazioni di tono, fino a giungere alla follia ed alla disperazione che si placano solo nel finale, quando Pilato è rappresentato ormai muto ed immobile, attanagliato dai rimorsi. I suoi ragionamenti mostrano un uomo stanco del proprio ruolo, insoddisfatto tanto dell’incarico affidatogli e delle pretese all’imperatore nei suoi confronti, quanto del popolo che si trova a dover governare. Con cinismo, egli considera incomprensibili le leggi e la religione dei giudei, che si trova pur a dover sopportare poiché ne riconosce il grande potere e l’influenza.

Eppure nelle battute affidate a questo personaggio – che con pochi termini efficaci descrivono i tratti degli altri, assenti sulla scena e scandiscono l’incedere del tempo ed il susseguirsi degli eventi – intuiamo l’insinuarsi di un dubbio ed il timore che quella “dignità di un Dio” che persino lui riconosce nello sguardo di Gesù, si riveli in futuro causa della propria rovina.
Dietro alla profondità di un testo che affronta un argomento apparentemente noto, da un punto di vista nuovo, c’è, naturalmente, la sensibilità di un interprete – Francesco Maria Cordella – capace di trasportare lo spettatore nel travaglio del protagonista; accanto a lui, la bravissima Carmen Di Marzo veste i panni della moglie di Ponzio Pilato, una Claudia Procula che non scade mai nel ruolo di fastidioso “grillo parlante” ed emerge, invece, come donna saggia e di cuore, unica consolatrice del marito nel suo dolore.

Dal 20 al 22 febbraio 2015
Allo Spazio Tertulliano di Milano
SOTTO PONZIO PILATO

scritto e diretto da Francesco Sala
con Francesco Maria Cordella e Carmen Di Marzo
assistente alla regia Cristiana Marchetti – scene e costumi Laura Giannisi
luci Angelo Ugazzi – elaborazioni sonore Carlo Putelli
costruzioni scenografiche Armando Raponi
produzione Compagnia ACTS