La natura transnatural di Max Alioto, espressionista e pop

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transnatural, olio su tela, 2014
Massimiliano Alioto
Massimiliano Alioto

Massimiliano Alioto, classe 1972, è brindisino di origine. Ha studiato a Firenze, all’accademia. Poi ha vissuto a lungo in Val d’Ossola, alle pendici delle montagne, al confine tra Italia e Svizzera. Il suo studio, all’epoca, era un bunker senza finestre. Quando doveva dipingere, vi si chiudeva dentro per giorni interi, e notti. D’altronde, non c’è bisogno di guardar fuori dalla finestra, per avere immaginazione. Ora a Milano, l’immaginario che ci restituisce attraverso le nuove opere è addirittura deflagrato. E non è un caso che i suoi paesaggi naturalistici, agli inizi della carriera ben incastonati in una tradizione quasi ottocentesca, siano oggi diventati “transnaturali”, per certi versi pop, per certi versi surreali, sebbene dell’originario impianto figurativo mantengano sempre la densità pittorica. I colori e il tratto (istintivo e vitale) hanno acquisito le gradazioni e i contorni cari a un certo fauvismo francese di inizio Ottocento, o del coevo espressionismo tedesco che ebbe come massimo esponente il geniale e folle Kirchner.

Certo, ha ragione Luca Beatrice che ne ha curato recente mostra a Torino (fino al 21 febbraio, Galleria Davico Arte) il quale spiega come la rappresentazione del paesaggio naturalistico sia una finzione per l’artista di oggi, immerso totalmente nel landscape urbano, frutto di suggestioni e luci artificiali in cui la natura è solo residuo, e il desiderio di essa, al massimo, semplice vagheggiamento romantico: “Le alterazioni cromatiche di Massimiliano Alioto – dice infatti Beatrice – mettono in atto questo addomesticamento transnaturale del paesaggio. Sono esperienza metafisica che colma la distanza tra un ideale paradiso perduto e l’inferno terrestre dell’epoca digitale, un mix di sublime e apocalisse, di conforto e alienazione”.

transnatural, olio su tela, 2014
transnatural, olio su tela, 2014

Alioto, giustappunto, si definisce attraverso il Simbolismo, ma soprattutto si identifica con il Romanticismo che “liberò la creatività dell’uomo tra la divinità della natura, fantasia e realtà cosmica contrapponendosi al Classicismo che, al contrario, era stretto nella tradizione”; Romanticismo che ebbe successo in tutta Europa “proprio per la sua apertura e trasformazione in vari linguaggi e correnti”, e anche in Italia con una serie di artisti, avi stretti a cui si richiama Massimiliano, come Giovanni Battista De Gubernatis, Lorenzo Delleani, Antonio Fontanesi.