Moms, (neo)mamme sull’orlo di una crisi di nervi

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Al Teatro Belli di Roma, fino al 14 Dicembre 2014, la Compagnia Tacchi Misti porta in scena “il primo varietà sulla maternità”. La commedia dal titolo Moms, scritta da Jill Daum, Linda Carson, Alison Kelly, Barbara Pollard, Robin Nichol e Deborah Williams, dopo i grandi successi ottenuti in Canada e negli Stati Uniti prende vita nella trasposizione italiana (la traduzione è a cura di Valentina Martino Ghiglia), sotto la direzione di Ferdinando Ceriani, con le interpreti Carla Ferraro, Valentina Martino Ghiglia, Laura Mazzi e Silvia Siravo.

Difficilmente una presentazione o una sinossi sarebbero in grado di descrivere efficacemente questo spettacolo, che rappresenta sul palco proprio quegli aspetti ed aneddoti della maternità che meno ci si aspetterebbe, per un effetto sorprendente ed esilarante: si ironizza su un’infinità di comportamenti stereotipati, luoghi comuni, consigli, rimproveri, frasi di convenienza a cui viene immancabilmente sottoposta ogni donna in gravidanza e dopo il parto; proprio quegli stessi atteggiamenti che, prima di vivere sulla propria pelle l’esperienza di essere madri, le protagoniste snobbavano e criticavano con sdegno, convinte di poter fare di meglio.

Punto di forza della versione italiana di Moms sono innanzitutto le quattro interpreti, tanto differenti l’una dall’altra al punto da consentire ad ogni spettatrice di identificarsi. Le attrici dimostrano grande preparazione e versatilità sul palco, passando con rapidità dal registro melodrammatico a quello comico; cantano, ballano e riescono a suggerire con pochi cambi di costume ed elementi scenografici un mondo di situazioni. Ma sono tanti escamotage originali a rendere unico lo spettacolo: fin dalle prime scene, ad esempio, sullo sfondo di luci psichedeliche e musiche techno, le varie posizioni apprese nei corsi pre-parto vengono sperimentate in modo ridicolo dalle quattro partorienti dando vita ad un divertentissimo balletto; in seguito si rappresentano momenti di suspense ispirati a trasmissioni televisive come Chi vuol essere milionario – parodiato in  Chi vuol essere in maternità – usandole come pretesto per mostrare la tensione emotiva a cui è sottoposta ogni mamma di fronte alla continue scelte che si trova ad affrontare riguardo alla crescita del proprio pargolo ed al timore che ha del giudizio degli altri – il peggior nemico sono proprio le altre mamme –, sempre, apparentemente, tanto più bravi e preparati e pronti a criticare con intransigenza.

Al di là dell’atteggiamento dissacrante che viene sfruttato nella commedia per “sparlare” della maternità e dei suoi effetti collaterali, emerge, però, un sentimento positivo e non mancano considerazioni sincere e toccanti, condivisibili da chiunque sappia di cosa si sta parlando, sulla gioia unica ed imparagonabile dell’essere genitori.