Ecco come fermare chi imbratta i muri nelle città

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Contro il degrado nelle nostre città arriva Retake. Cittadini che si uniscono per ripulire palazzi e luoghi storici dalle scritte dei writers. 

retake-marcellaRetake Roma è un movimento apartitico nato da un post che la fondatrice, Rebecca Spitzmiller, ha pubblicato su una bacheca di un gruppo web nel quale interagiva con le amiche: «Avevo scoperto che la formula del Fornet, oltre a sciogliere tutte le incrostazioni e lo sporco del forno, agiva con efficacia anche sugli imbratti di vernice presenti sui muri e sul travertino». L’entusiasmo per l’insolita scoperta ha indotto i volontari a coalizzarsi per promuovere il decoro urbano e coinvolgere nelle operazioni soprattutto i più giovani: «È una questione di educazione, bisogna introdurre nelle nuove generazioni il rispetto per il bene comune, non il menefreghismo e l’indifferenza per ogni svariata forma di vandalismo». Dopo aver contattato nel 2011 il Comune di Roma, trovando il consenso dell’allora assessore Dino Gasperini, i retaker – con spazzole e pettorine di riconoscimento – hanno fatto incursione nel polmone verde di Villa Borghese ché «Nonostante l’indiscutibile bellezza, necessitava di interventi».

Rebecca Spitzmiller, docente di Diritto comparato presso l’università degli studi Roma Tre, per una sorta di deformazione professionale, ribadisce l’importanza dell’insegnare non soltanto con le parole ma anche con le azioni concrete: «Il nostro slogan dall’inizio è speak up – clean up: parlare e pulire per contrastare il degrado che nel corso dei decenni si è amplificato diventando quasi normale». Fedeli all’ultimo comma del principio di sussidiarietà regolato dall’articolo 118 della Costituzione, i volontari – puntando alla gradevolezza estetica dei quartieri – hanno intrapreso anche una vera e propria missione artistica: «Ci siamo concentrati sulle serrande delle attività commerciali perché molte erano state barbaramente vandalizzate. I writer – pur agendo nell’illegalità, nonostante gli imbratti feroci – rispettano gli spazi già coperti. Tenendo presente la regola, abbiamo chiesto ai proprietari dei negozi di poter abbellire le loro porte di protezione. Scendendo in strada con 15 ragazzi pre-adolescenti – che hanno dato libero sfogo alla loro creatività – abbiamo ri-dipinto cancelli e serrande, creando armonico decoro e non spietato imbratto.

La missione di Retake Roma si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia. È un segnale estremamente positivo perché, così facendo, i cittadini non saranno più costretti ad auto-lesionarsi davanti le brutture, ma potranno attivarsi in prima persona per armonizzare le realtà nelle quali vivono. La bellezza salverà i quartieri, le città e il mondo». Parola di Rebecca Spitzmiller.

3 Commenti

  1. I writers hanno danneggiato i treni in tutta Europa: da noi Pantalone ha dovuto pagare le pellicole antigraffiti, altrove ai writers pizzicati fu imposto di ripulire i convogli. Ora avviene lo stesso: invece di tenere sotto controllo i negozi di colori e vernici devono essere i cittadini a perdere il loro tempo produttivo a ripulire i muri… vogliamo scommettere che questi “writers” non sono affatto quei “poveri ragazzi disadattati” come i dementi “di sinistra” vorrebbero farci credere? a pensar male…

  2. Esigo pene severissime, di natura violentemente repressiva. Vanno colpiti duramente nello spirito e nel portafoglio questi malefici imbrattatori

  3. Lodevole iniziativa, non c’è che dire. Questo purtroppo può servire quando il danno è stato fatto. Serve, al contempo, un’azione di prevenzione che preveda il rovesciamento sulla testa dei coglioni di secchi di vernice ed una contestuale bastonata sulle mani in modo che ci pensino non una, non due, ma innumerevoli volte prima di comportarsi ancora da incivili quali sono.

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