Allegri ragazzi morti, è arrivato il musical

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E’ la storia di cinque liceali che diventano zombie

Tutto è partito da cinque liceali tramutati in zombie, da una saga capace di unire atmosfere horror e romanticismo. Disegni, musica e parole, un viaggio che stimola l’immaginazione e porta a indagare sull’identità umana. Il 28 ottobre, dal palco del teatro Elfo Puccini di Milano, riparte il tour italiano del musical “Cinque Allegri Ragazzi Morti”, tratto dall’omonimo romanzo a fumetti di Davide Toffolo che ispirò la genesi dei “Tre Allegri Ragazzi Morti”, il gruppo dalle maschere a forma di teschio nato a Pordenone nel 1994, una delle band più profonde del rock indipendente italiano.

«Tutto è partito da lì. La band è nata da quell’ immaginario su carta che oggi prende vita anche attraverso un musical – racconta Toffolo, ideatore del fumetto e del gruppo – lo spettacolo è emozionante perché offre al pubblico la possibilità di volare con la mente, lontano da effetti speciali o manipolazioni. Una rappresentazione primitiva, ma allo stesso tempo alta. Ci sono delle domande. E per chi le trova, anche delle possibili risposte sulla vita e sui sentimenti».
La regista Eleonora Pippo propone la trasposizione teatrale della storia dei cinque liceali che, in seguito a un incidente mortale procurato da un rito voodoo, diventano zombie. I giovani sono condannati a nutrirsi di carne umana e a rinunciare all’amore. La violazione di queste regole, la lotta per riappropriarsi del proprio “io”, conduce gli adolescenti Gianni Boy, Vasco, Sumo, Sleepy e Mario a intraprendere un sofferto percorso di sentimenti e morte, accompagnati dallo spirito guida Elisa. Un immaginario nato su carta, passato attraverso vent’anni di musica e che adesso arriva sul palco.
«In scena, oltre a me, ci saranno i giovanissimi performers Mimosa Campironi, Marco Imparato, Elisa Pavolini, Maria Roveran, Libero Stelluti e Matteo Vignati, veri talenti del nostro Paese» continua Toffolo.

I protagonisti recitano, danzano e cantano le famose canzoni dei “Tre Allegri Ragazzi Morti” che con le loro parole, talvolta anche ironiche, sono riusciti a fotografare un’adolescenza senza tempo. «È una fase della vita con caratteristiche universali – conclude Toffolo – si trascina dietro tutta una serie di interrogativi a cui ancora oggi, dopo vent’anni, non riesco a rispondere con certezza. I nostri personaggi sono quasi dei supereroi senza tempo». Che forse tentano solo di salvare se stessi.