“La mia massa muscolare magra”, una storia porno romantica

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Tobia Rossi svela il lato più nero di un trentenne tra tabù e social network

di Maria Lucia Tangorra

In un momento tanto delicato per la drammaturgia contemporanea italiana, ci si rende conto che c’è tanto humus creativo da parte degli autori e tanta voglia di investire e mettersi in discussione da parte di registi e direttori di teatro. Spesso gli spunti per le stagioni arrivano da concorsi e festival, e Tramedautore – promosso da Οὖτις e giunto alla sua XIV edizione – ancora una volta offre agli spettatori un viaggio nelle nuove drammaturgie e una vetrina ai giovani talenti emergenti. Dopo una panoramica di autori internazionali (dal 18 al 23 settembre), la seconda settimana (dal 24 al 28 settembre) sarà dedicata alla sezione italiana all’interno della quale sarà presentato La mia massa muscolare magra di Tobia Rossi, regia di Manuel Renga.

Classe 1986, l’autore piemontese è «molto onorato di essere all’interno di uno dei pochi festival rimasti educati e dedicati alla drammaturgia contemporanea» e ci esprime la sua felicità nel portare uno dei suoi testi più intimi al Piccolo Teatro di Milano. Presentato a marzo come studio durante il Festival Wonderland a Brescia, il 26 settembre gli spettatori potranno gustare la versione quasi definitiva dello spettacolo, in anteprima rispetto alla messa in scena al Teatro Libero di Milano (dal 26 novembre al 1° dicembre).

Rossi non ha paura – e lo ha dimostrato già con Portami in un posto carino (Finalista Premio Hystrio 2012) – di affrontare certi argomenti come il sesso, la dipendenza dal sesso e l’omosessualità. Vuole però sottolineare che non c’è nessuna presunzione di rappresentare la realtà omosessuale nella sua totalità: il monologo di Dario (interpretato da Daniele Pitari), scandito in quadri, ognuno di 10 minuti – il tempo a disposizione durante le sedute di auto aiuto – ci racconta come «il corpo reagisca in un mondo e in un tempo in cui la tecnologia è così presente».

«La storia del nostro corpo ci influenza» – afferma Rossi, Dario lo sa bene e cerca di colmare dei vuoti interiori con gli incontri virtuali e non solo. Il regista ci racconta di voler rappresentare scenograficamente il vuoto di un’anima ferita; noi non vogliamo svelare troppo della scena, basti sapere che ci saranno icone del nostro immaginario cinematografico. Se per Renga La mia massa muscolare magra «è una commedia nera grottesca che sonda il lato più nero di un trentenne» che non ha ancora conosciuto il vero Amore e in cui prevale il disincanto, per Rossi è «una storia porno romantica». 

La mia massa muscolare magra prende il via come una commedia sentimentale per poi virare verso una confessione molto intima che ha allo stesso tempo toni leggeri e da commedia grottesca: per farlo, è stata necessaria una documentazione preliminare sul mondo dei social network e dei gruppi di auto aiuto. Il linguaggio potrebbe sembrare molto forte, ma «è l’unico linguaggio che credo possibile», asserisce l’autore, riconoscendo l’importanza delle parole e al contempo dei tabù.

 

19/09/2014