A.A.A. Regalasi stazioni

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ferrovie-abbandonate-557x262-cannasSi può vederle dai finestrini dei regionali non troppo veloci, con l’intonaco scrostato, l’aria malinconica e i binari invasi dalle erbacce. Si chiamano “stazioni impresenziate” e sono circa 1700 su tutta la rete ferroviaria nazionale. Piccole, scomode, prive di personale ferroviario e di possibilità di sviluppo commerciale. E si può averle in regalo.

Per il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane sono soprattutto un problema perché per i passeggeri sono sgradevoli e non esattamente sicure, e soprattutto impongono costi notevoli di manutenzione straordinaria. Così, nel tentativo di un profondo sforzo di riorganizzazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare inutilizzato, FS ha pensato di darle via. Ne sono già state assegnate circa 480, per una superficie di oltre 79.000 mq.

A chi può interessare una stazione impresenziata? Agli Enti locali e a varie associazioni no profit, per esempio. FS offre le strutture in comodato d’uso gratuito, e talvolta in locazione, chiedendo loro in cambio l’impegno a mantenere lo stabile pulito e funzionante. Le stazioni potranno ospitare attività sociali, istituzionali, associative, culturali o di assistenza e avviare progetti che positivi per la riqualificazione del territorio e per la qualità delle stazioni stesse. La durata ordinaria di un comodato va dai 5 ai 9 anni, salvo casi particolari in cui la durata può essere estesa a fronte di un’importante ristrutturazione degli immobili affidati.

In Campania il fenomeno è ancora limitato, soprattutto se paragonato con quanto avviene nel Nord Italia, ma è già un inizio. L’esempio da seguire è quello di Eboli, dove nell’ex magazzino merci è stata aperta una sala prove comunale per gruppi musicali, dedicata Giuseppe Morrone, un giovane musicista scomparso in un incidente stradale, e affidata dal Comune all’Arci Nuova Associazione “Suoni in Libertà” dal 2002.