Sergio Daricello, la cultura di un pret à couturier

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La vita di Sergio Daricello la si potrebbe paragonare ad un puzzle magico fatto di pezzi importanti, alcuni ricorrenti, che come buone stelle hanno tempestato il suo percorso quasi a volergli indicare la via, altri speciali, unici, ma tutti insieme fondamentali per costruire la storia di un ‘pret à coutourier’ di successo, pronto a spiccare il volo e ad affermarsi nella fashion industry.

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La forza delle origini
Il primo di questi pezzi fondamentali lo hanno disegnato le sue origini e la sua terra, la Sicilia. L’isola è stata per lui un buon portafortuna, complice inesorabile di un destino scritto nelle stelle e consolidato dall’estrema forza di volontà.Sergio Daricello è l’esempio in carne ed ossa di una serie di detti popolari, dal classico e incoraggiante ‘se vuoi puoi’ al tenace ‘chi la dura la vince’ che sotto il suo sudore si sono trasformati in massime di vita. Siciliano dicevamo, figlio di genitori palermitani che poco dopo la sua nascita, a Milano, decidono di tornare sull’Isola per stabilirci la famiglia. Una terra che sarà poi, nel tempo, un simbolo ricorrente, pronto a segnare anche il percorso professionale, costellato proprio da conterranei, da Annagemma Lascari, ex assistente di Gianfranco Ferrè, la prima ad accoglierlo nel suo atelier di spose e a regalargli alcuni fondamentali segreti dell’haute couture, a Dolce & Gabbana, il duo che ha fatto delle tradizioni e della cultura siciliana una bandiera stilistica da portare alta nel mondo della moda. Proprio qui, da Dolce & Gabbana, Daricello ha approfondito le sue esperienze lavorando come fashion designer, dopo un periodo trascorso al fianco di Kean Etro all’interno dell’ufficio stile di Etro.

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La moda scritta nel destino
Una vita stilistica cosparsa di segni quindi, per chi quei disegni superiori li ha voluti leggere, sfidando le convenzioni e il percorso più canonico che sembrava segnato –dagli studi scientifici all’iscrizione a Giurisprudenza- per inseguire un sogno e trasformarlo con costanza in realtà, a partire dal nuovo corso di studi iniziato all’Accademia delle Belle Arti e culminato poi, grazie all’incontro fortunato con una pittrice, Dietlind Kinselmann ,che lo ha spinto a lanciarsi-ecco l’ennesimo pezzo del puzzle- all’Istituto Marangoni.
I primi indizi sui suoi desideri gli arrivano fin da subito: l’amore per il disegno da bambino si trasforma in quello per la moda e per i suoi protagonisti da adolescente. Erano gli anni ’80, e il suo beniamino era Gianni Versace. Un’altra traccia regalata dalla sorte, un nome importante destinato a tornare a distanza di pochi anni nella sua vita professionale. ProprioVersace è infatti l’ultima tappa fondamentale del suo percorso, prima di approdare da Giuliano Fujiwara come direttore creativo, e decidere poi di fare il grande salto e lanciare il suo progetto personale.

Le ispirazioni colte
daricelloAmante dell’haute couture e del bello in termini di alta sartorialità, Sergio Daricello scrive la sua moda raccontando ora di arte, ora di architettura, ora di cinema, fondendo l’alta moda, quella delle strutture perfette, con il pret à porter. Così diventa il giovane ambasciatore di una pret à couture colta, dedicando le sue collezioni a tutto ciò che possa richiamare alla mente l’arte. Se la primavera/estate 2014 ha raccontato al pubblico la Roma Felliniana il prossimo autunno/inverno ripercorre la storia di Ferdinando IV di Borbone e Maria Carolina d’Asburgo, che, approdati a Palermo nel 1799, si trasferiscono nella “Palazzina Cinese” di Marvuglia. Un compito difficile quello di fondere passato e futuro, tradizione e contemporaneità, che il designer attua, forte della solidità del suo percorso, riproponendo le influenze architettoniche e decorative della preziosa villa, tra rimandi al tardo rococò e allo stile neoclassico mixati con dettagli orientali, sulle sue creazioni che parlano di alta moda applicata al ready to wear. Così gli abiti si riempiono di curve rocailles ricostruite con tessuti leggeri mentre le strutture rigide e lineari ripropongono tutto il fascino orientale acceso da dettagli moderni, come l’uso delle pailettes con effetto 3D.