Un soldo per entrare nel tendone delle meraviglie

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“La Bella Virginia è al bagno”: un secolo di circo e carovane viaggianti

di Pierpaolo De Mejo

Venghino, signori, venghino al più grande spettacolo del mondo. Da Zampanò e i clown felliniani a Chaplin e il suo “Circus”, da “Ombre e nebbia” di Woody Allen a “Big fish” di Tim Burton. Il Cinema celebra da sempre il circo e la sua lunga, antica tradizione fatta di onirismo, mangiafuoco, fenomeni da baraccone, pagliacci che piangono, carovane itineranti e piazze stracolme di gente che attende l’arrivo del tendone e delle attrazioni. Presentato all’Est Film Festival di Montefiascone (VT), “La bella Virginia è al bagno” è l’esordio documentaristico di Eleonora Marino (romana, ex-allieva del DAMS).

Per la giovane regista il film è l’occasione per fare un viaggio alla riscoperta delle proprie origini, dai baracconi delle fiere dei primi del Novecento ai tendoni da circo, fino alle vecchie “calci in culo”.
Storia collettiva e racconto biografico si intrecciano tracciando l’evoluzione dello spettacolo popolare di piazza. “E’ una sorta di diario aperto – racconta la Marino – dove la mia voice-over dialoga con foto e filmati dei miei antenati. Ma la riscoperta di queste mie origini indaga parallelamente un immaginario importante che ha segnato la storia del divertimento popolare. L’utilizzo del materiale d’archivio contestualizza le forme e l’evoluzione dello spettacolo viaggiante e rievoca l’Italia di quegli anni: un’Italia certamente diversa, ingenua e capace ancora di stupirsi”.

Il documentario ricrea l’atmosfera di magica irrealtà che è propria dello spettacolo viaggiante (le luci delle giostre, il fascino ipnotico delle musiche, l’adrenalina delle montagne russe) e subito dopo ne mostra il lato nascosto: la fatica degli operai, la stanchezza alla fine della giornata, il perenne spostamento; uno sguardo nelle vite di questi antichi fabbricanti di sogni, le loro vecchie fortune e il loro precario presente. “La rievocazione del passato non vuole essere il recupero nostalgico di un’epoca irripetibile: è l’occasione per mostrarne gli aspetti nascosti, quelli meno raccontati.

È il dietro le quinte di un mondo certamente affascinante, ma che ha sempre nascosto bene la fatica, il sacrificio. Ecco allora l’importanza delle preziose testimonianze di chi quella vita l’ha conosciuta realmente”. Il titolo fa riferimento a un numero d’imbonimento che veniva fatto nelle fiere mercantili di fine Ottocento: per un soldo si poteva scoprire cosa racchiudeva davvero il tendone delle meraviglie. Musiche suggestive di Perez. Belli i giochi di animazione di Alessandro Latrofa.

24.07.2014