Vivere e sognare: il doppio peccato dell’attore

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Salvatore Rancatore racconta il coraggio  di fare arte

di Francesco Sala

Ci sono tanti modi per fare l’attore. Si possono frequentare accademie di recitazione e diventare dei diligenti interpreti dalla dizione pulita, oppure si può avvertire la strana chiamata per essere artisti, per caso, non sapendo nemmeno il perché. Molte persone hanno delle grandi qualità interiori ma si vergognano di tirarle fuori. Si resiste all’idea di confessarsi davanti a un pubblico, di farsi mettere un riflettore davanti la faccia, di parlare su un palco di teatro. Ci vuole coraggio.

Generalmente essere attori può corrispondere ad essere bambini.
Salvatore Rancatore è un attore che interpreta al Teatro dei Conciatori il suo mono-dramma: la tragica e grottesca condizione di una persona che avverte su di sé la diversità. Lasciare una vita per vivere un’altra, uccidere una vita e rinascere.
Questo porterà alla confessione di un duplice peccato: vivere e sognareCome un funambolo sospeso tra due grattacieli, l’attore prende per mano lo spettatore e lo porta, col sorriso, sul filo.

Rancatore dichiara di non essere diventato grande, è ancora burattino come il Pinocchio della favola di Collodi. I suoi tratti ereditari sono scolpiti nel legno: statura bassa, calvizie, accento agrigentino. Da qui, la menzogna, la grande e piccola bugia come una salvazione, una necessità per salvarsi l’anima. La fantasia da bambino lo fa diventare attore. Dice stupidaggini, sbaglia gli accordi suggeriti dalla chitarra di Fefo Forconi, dichiara più volte che lo spettacolo è finito, cerca di coinvolgere un’avvenente spettatrice in una improbabile danza di corteggiamento.

Non fa quasi nulla e in questo nulla però riesce a calamitare l’attenzione e risultare credibile. Fare Arte è come essere pazzi, border line, o-sceni, fuori dalla scena, come amava ricordare Carmelo Bene. La prova di un attore in teatro è arte falò, è scritta sull’acqua, è un castello di sabbia portato via dalle onde, ha la breve vita di una bolla di sapone. La vita di un attore è un’avventura, come quella di Pinocchio.

 

18.07.2014