Il Sangue sparso dai giovani di destra

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di Davide Fent

Un film che racconta la storia degli anni di piombo “vista da destra”, grazie all’intraprendenza, alla tenacia, al coraggio di una regista esordiente e alternativa come Emma Moriconi.  È “Sangue sparso” nelle sale in questi giorni.

 

 

Sette Gennaio 1978,  agguato di Acca Larentia, quartiere romano del Tuscolano. Cinque ragazzi si trovano fuori da una sezione missina per andare a svolgere servizio di volantinaggio. Una serata come un’altra, ma all’improvviso tutto cambia e inizia una delle storie più fosche e travagliate d’Italia.

Alcuni uomini armati si scagliano contro i giovani militanti di destra, aprendo il fuoco su di loro e uccidendone due: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta.  La stessa sera un’altra vittima, Stefano Recchioni. Cinque anni tormentati, quelli tra il 1978 e il 1983, in cui si sviluppa la trama di “Sangue Sparso”. Un’opera prima che ha ricevuto la qualifica di “film di interesse culturale” dal Mibac, Ministero per i beni e le Attività Culturali, per la sua capacità di attirare l’attenzione su un’epoca, quelli degli anni di piombo, ancora oggi avvolta nel mistero.
La realizzazione di “Sangue sparso” non è stata affatto facile. Sabrina Virgili, che ha creduto nel progetto e ne ha curato la produzione, e all’associazione culturale La Giara Nera,  alla distribuzione dalla Flavia Entertainment che con coraggio ha creduto nel progetto e ha speso tante energie per veicolarlo. “Sangue sparso”, inoltre, è stato selezionato al Festival “Un film per la pace”, e anche questa è una grande vittoria per  quel pezzo della nostra storia non giace più nel dimenticatoio.

Per la prima volta le vite di quei giovani vanno sul grande schermo: sono i ricordi di un militante di destra, che ha visto il “sangue” dei suoi amici “sparso” lungo i marciapiedi, a ripercorrere con la memoria quegli anni dolorosi e luttuosi. Il film ricorda così le giovani vite spezzate dei militanti di destra e non dimentica di raccontare anche i lutti che in quegli anni maledetti colpirono tanti altri giovani militanti di sinistra. Dice la bravissima regista Emma Morriconi: “Un film in cui il messaggio sociale è di grandissima rilevanza: rispetto per la vita umana, solidarietà sociale, pacificazione sociale, rifiuto della violenza e di ogni forma di discriminazione.
Un duplice punto di vista: da una parte mostrare come l’odio e la discriminazione portati all’esasperazione siano capaci di portare ad epiloghi di dolore e di morte; dall’altra riflettere sull’importanza dell’ideale, da una parte come dall’altra, nella vita dei giovani, i quali, se motivati da passioni non esasperate, vissute con maturità e con il rispetto degli altrui punti di vista,  possono avere l’opportunità di fare tesoro da un’esperienza anche di militanza politica, se fondata sul ripudio assoluto della violenza”.

Acca Larentia fu uno spartiacque in quegli anni difficili, cambiò il modo di percepire il pericolo che chiunque frequentava una sezione correva semplicemente uscendo di casa per un’affissione o per un volantinaggio pacifico.  Vanno in onda  sullo schermo storie, immagini, situazioni che prima di questo film erano riposte nei ricordi di pochi e faticavano ad uscire dal cassetto della memoria di una comunità.