“Il voyeurismo per una fotografa è il piacere di appropriarsi di quello che colpisce di più i sensi”
di Antonio Moscogiuri
«Quando ero piccola, all’asilo, ho strappato a una suora il velo» Dalle monache alle veneri, Claudia Pasanisi ne ha fatta di strada. Bella, capelli corvini, voce profonda, occhi verde acqua. La sua fotografia riflette il suo modo di essere. «Fotografo esclusivamente nel momento in cui qualcuno o qualcosa esprime dell’eleganza».
Non ama scattare decine e decine di prove, aspetta, riflette, attende paziente lo scatto che le interessa. Quello scatto, nient’altro.  Soprattutto bellissime donne i suoi soggetti preferiti, che ritrae in giro per il mondo durante i suoi frequenti viaggi di lavoro. New York, Londra, Milano e Parigi, e poi Glamour, Elle, Esquire, Vanity Fair.
Le chiedo:  “Cos’è per te il voyeurismo?” Risponde tranquilla “Il piacere di vedere. E nel caso della fotografia, il piacere di appropriarsi di quello che colpisce di più i sensi”. La sua passione per la fotografia sboccia all’Università , durante una lezione di estetica. Un nome chiaro, altisonante, quello di Luigi Ghirri. Da lì l’inizio di un nuovo percorso. Quello che attraversa la verità e la bellezza delle immagini. Le sue muse sono eteree, melodiche, poetiche. Coperte o svestite, spiate, celebrate, contemplate, regalano all’occhio quella poesia che – forse – si crea solo nel momento in cui una donna ritrae un’altra donna. Nitide, mai banali, ci si innamora facilmente di queste immagini e di queste figure. Vere, leggere, sovente distaccate, naturalmente sensuali.  28.06.2014
Ma guarda caso tutta la vena poetica si manifesta solo per la bellezza femminile, rigorosamente priva di veli. Mai per uno spettacolo naturale, i fiori, gli animali ecc. Sarà perché il nudo fa vendere di più? Ma per favore…quanta ipocrisia.
Comments are closed.