Como: Villa Olmo schiaffeggiata dall’ignoranza

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villa-olmo-557x262-spirlìSi ha cura di ciò e di Chi si ama. Che sia uomo, donna, animale oppure un bene materiale, o anche solo un sogno, l’oggetto della nostra attenzione ha una sola necessità: ricevere amore. Perché l’amore è il sentimento che lo preserva dall’incuria e dall’offesa. Dall’abbandono e dalla morte.

Ho visto amati spegnersi dopo un addio. Animali deperire e morire per un abbandono. Castelli crollare se disabitati. L’amante decide il destino dell’amato. Sempre.

Anche l’Arte muore se non è amata. Una tela si consuma, un affresco sbiadisce, una fontana diventa deserto. Le sculture dimenticano il movimento dell’anima e i palazzi aprono le porte ai barbari e alle loro vergogne.

A Como, Villa Olmo ha vissuto giorni migliori. Oggi sembra un ventre violato. Una vita schiaffeggiata nell’oltraggio. Perché, sì, può accadere di chiudere una sala e usarla come deposito, ma non è pensabile di trasformare quel deposito in una discarica.

Sergio Gaddi, ex assessore alla Cultura e già responsabile di Grandi Mostre, che ha portato a Como, quasi prendendoli per mano, oltre 900mila visitatori con le sue mostre dedicate, fra gli altri, alla dinastia Brueghel, a Mirò, Magritte, Chagall e Kandinsky, Rubens e i fiamminghi, Boldini e la Belle Epoque, ne soffre e si rammarica. Il primo piano della villa settecentesca è, attualmente, una sorta di deposito di spazzature varie. Cartoni, sedie rotte, resti di moquette, di pannelli da esposizione; una sorta di immondezzaio che offende le antiche sale e la città di Como. “Anch’io utilizzai quelle sale come deposito, ma sempre preoccupandomi di far riporre con cura i materiali che utilizzavamo per le mostre. Mai dimenticammo il doveroso rispetto per i luoghi che ci ospitavano”. Oggi le trombe della propaganda squillano per annunciare riqualificazioni milionarie (5 milioni, la somma messa a disposizione dalla Fondazione Cariplo) soprattutto di giardini e serre.

Ma Gaddi, ancora una volta, è scettico. Soprattutto per la qualità delle proposte artistiche della nuova gestione. Già un anno fa, infatti, l’ex responsabile denunciò il crollo delle visite. Probabilmente legato ad una gestione poco attenta. E, forse, poco preparata.

Fatto sta che Villa Olmo, Casa dell’Arte per quasi un decennio, oggi è solo una sede. Di cosa, bisognerà stabilirlo.

L’Arte e la Cultura non indossano mai giubbe, ma spesso le giubbe cercano di indossare l’Arte e la Cultura pur non ”avendo il fisico”.

È così, però, che le si uccide. A volte, con un colpo secco. Spesso per asfissia.