Hakanaï, danza reale in un mondo virtuale

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Hakanaï è una performance che unisce la danza haiku alla computer grafica. Adrien e Claire cercano una vera e propria interazione artistica, gli ambienti creati vengono manipolati al loro interno come fosse un’interferenza armonica. Hakanaï è l’unione di due elementi: uno allude all’uomo e l’altro allude al sogno ed è usato per definire l’effimero, il fragile, il transitorio, la natura immateriale della materia.

L’allestimento è minimale: un cubo trasparente sul quale viene proiettato l’universo grafico e all’interno una ballerina di haiku, Akiko Kajihara, che, plasmando con i suoi movimenti questo universo, ne diventa il moto al centro del suo universo. Le forme rigorosamente in bianco e nero, semplici e astratte, si comportano secondo le regole fisiche che i sensi riconoscono e modelli matematici creati dall’osservazione della natura.

Il pubblico sperimenta la performance in diverse fasi. Prima scopre l’esterno dell’impianto. Quando la coreografia è finita, il pubblico può passeggiare tra le immagini in movimento.

La Compagnia di Adrien Mondot e Claire Bardainne, in scena oggi e domani alle 21, in “prima” nazionale, nell’auditorium Mater Gratiæ di Andria nell’ambito del 18mo Festival “Castel dei Mondi”, è attiva nel campo delle arti digitali e dello spettacolo dal 2004. Crea numerose forme d’arte, dalle rappresentazioni teatrali alle mostre, unendo universi reali e virtuali mediante l’utilizzo di strumenti informatici appositamente sviluppati e personalizzati per rispondere alle sue necessità. Pone il corpo umano al centro delle sfide tecnologiche e artistiche e adatta gli strumenti tecnologici di oggi per creare una poesia senza tempo attraverso un linguaggio visivo basato sul gioco e il divertimento, che genera immaginazione.

Hakanaï è un assolo coreografico reale in un ambiente virtuale, un cubo aperto creato da luci laser e ologrammi. In giapponese Hakanaï denota ciò che è temporaneo e fragile, evanescente e transitorio. In questo caso, qualcosa impostato tra sogno e realtà. Termine anticamente associato alla natura, oggi è spesso utilizzato per evocare gli aspetti immateriali – la dimensione del sogno – e la precarietà della condizione umana. Questa relazione simbolica è il fondamento della performance in cui la danzatrice interagisce con le forme virtuali, dando vita ad uno spazio “altro”. Uno spazio sintetico ai confini tra immaginazione e realtà.

29/08/14