In motorino con gli scugnizzi nei “bassi napoletani”

0

In motorino con gli scugnizzi

di Andrea Piersanti

 

Sono le immagini che nessuno era stato capace di girare, fino ad ora. In sella su un motorino smarmittato, seduti dietro ad un vero scugnizzo minorenne (rigorosamente senza casco) giù a rotta di collo per i vicoli angusti dei quartieri spagnoli di Napoli. La macchina da presa sembra volare fra panni stesi e automobili. Una discesa da vertigine non solo attraverso i “bassi” napoletani ma anche dentro la dimensione parallela di una città, perennemente sospesa fra la tradizione e la disperazione, fra il disagio sociale e la chiassosa anarchia dei ragazzini di strada.

“Il segreto” è un documentario atipico e magnetico come un thriller; è stato realizzato da Cyop e Kaf, due giovani street artist (o writers) di Napoli. E’ stato programmato con successo al Festival di Torino e, la scorsa settimana, a sorpresa, è stato inserito nella cinquina dei David di Donatello. Racconta, con una specie di crescendo rossiniano, la frenetica attività degli scugnizzi napoletani nei giorni immediatamente successivi al Natale. Non ci sono voci fuori campo o didascalie che spieghino ciò che succede sullo schermo.

I ragazzini rubano negli atri dei condomini o raccolgono nei cassonetti della spazzatura gli alberi di Natale usati. La battaglia con le altre bande minorili della città è spietata e molto dura. Gli alberi sono contesi a suon di strilli, corse a perdifiato nei vicoli, parole pesanti, spintoni e fughe dai controlli della polizia. Gli alberi raccolti da ogni banda sono trasportati per tutta la città, strusciano in terra, perdono gli aghi, lasciano scie di terra. Finiscono poi tutti in un luogo nascosto (il “segreto” del titolo).

La lotta per gli alberi dismessi si svolge in una specie di “notte continua” e senza fine. I registi, con la loro videocamera digitale, sembrano invisibili. Anche nei momenti di maggiore confusione, i ragazzini napoletani si comportano con una naturalezza che non si vedeva al cinema da molto tempo. Il motivo di tanta fatica verrà svelato solo alla fine. Si tratta del rispetto di una vecchia tradizione partenopea, il falò di Sant’Antonio che, da decenni, viene alimentato proprio con il simbolo spogliato del Natale. Uno film modernissimo per una storia antichissima. 

 

19.05.2014