Sfidare la montagna e i limiti umani
di Silvia Cannas Simontacchi
Una luce fortissima, bianca, che taglia come una lama il blu di un cielo che sembra smaltato e si riverbera sulla neve, ferendo gli occhi. E la parete ovest del Siula Grande, nelle Ande Peruviane, 6.344 metri di roccia verticale, che svetta con la bellezza ostile delle cose inaccessibili. Joe Simpson e Simon Yates sono i primi a raggiungere la vetta da questo versante, nel 1985. Dopo la fatica della salita e l’orgoglio di aver domato la montagna, i due cominciano la ridiscesa lungo la cresta nord.
Non è vero che, come vorrebbero i luoghi comuni, la discesa è più semplice della salita. Perché proprio quando sembra che ormai sia fatta, Joe si rompe una gamba durante una banale manovra. Consapevoli del fatto che una frattura a 5.800 metri d’altezza potrebbe essere fatale, i due scalatori sfidano le condizioni climatiche avverse e i limiti umani, finché un altro imprevisto mette Simon davanti alla decisione che nessun alpinista vorrebbe mai dover prendere: tagliare la corda che lo unisce al compagno.
(S)legati è una storia di sport estremi e amicizia: non c’è bisogno di scenografia, e nemmeno di un teatro: la prima tournée è stata tra i rifugi alpini, mentre dal 22 al 25 maggio la piéce sarà in scena al Teatro Ringhiera di Milano. Basta una corda, a Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris, due giovani attori dalle facce schiette che si definiscono “scalatori della domenica”, per portare gli spettatori tra i ghiacci andini.“Per noi, (S)legati è stata l’occasione per gettare un ponte tra il mondo del teatro e quello dell’alpinismo”, spiega Mattia Fabris.
Sull’alpinismo, Dino Buzzati scrisse che “Chi ha dato tanto alla montagna, chi per la montagna ha rischiato con tanto accanimento la vita, a questo amore resterà legato per sempre”. Joe Simpson, Simon Yates, Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris gli sarebbero piaciuti sicuramente.
20.05.2014