Altro che cultura, il Pd pensa ai campi da golf

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golf-557x262-spirlìPenso che in Italia ci sia un gran bisogno di campi da golf e che ci sono alcune regioni, in particolare del Mezzogiorno, che ampliando l’offerta di campi da golf riusciranno ad attrarre il turismo straniero, che oggi non si riesce ad attirare”

Ministro Franceschini, stavolta, l’ha sparata grossa. Per tanti motivi. Uno su tutti, i campi ci sono. E sono fin troppi! In Sicilia, per esempio, sono una dozzina, di cui almeno 6, nati negli ultimi 4 anni, a 18 buche. Lo stesso vale per la Calabria, dove i campi sono tre, di cui due a 9 e uno, quello di Palmi, a 18 buche… E così via, per tutto il Sud. Quanti ne vorrebbe inaugurare, il ministro? Uno per ogni Comune?

Il golf non è (e non può esserlo per ovvi motivi) popolare come il calcio. Servono dindi, per praticarlo. E quelli li hanno solo i ricchi. A loro, le nostre regioni, hanno pensato. E alla loro auspicabile visita. Ma non possiamo certo impiantare campi da golf a gogò. Al Ministro, ad esempio, ha risposto Marco Milanese, Ordinario di Metodologie della Ricerca Archeologica e Archeologia Medievale presso l’Università di Sassari “Il Ministro ha idea di quale devastazione ambientale determina l’impianto di un campo da golf? E quale assurdo consumo di risorse idriche?” Ecco. A noi basta già questo per non volerne di altri.

Acqua??? Ma se qui non l’abbiamo nelle case! Il Sud è martoriato dall’assenza di acqua! Passiamo intere stagioni a elemosinare gocce di prezioso liquido per poter sopravvivere e far sopravvivere le coltivazioni! Se gli americani, gli arabi, i russi, i cinesi e gli indiani vogliono venire a lanciare palline sui nostri terreni, benvenuti. Ma portino con sé progetti e soldi da investire. Come abbiamo fatto noi quando abbiamo viaggiato verso i loro Paesi, che erano nulla di più che estesi campi brulli, montagne rocciose e sabbiosi deserti, portandoci crani pieni di cervelli, braccia gonfie di muscoli, schiene di ferro, e pance poco pretenziose. Abbiamo dormito sotto gli alberi, nelle caverne, nelle stamberghe. Ora, è il turno nostro. Noi il BelPaese glielo offriamo pure, ma loro devono restituire… E tanto… Ministro Franceschini, l’invito va fatto a chi, furbescamente, sta acquistando le eccellenze italiane, dalle industrie ai marchi storici, ai terreni, le dimore antiche, i nostri tesori. E non agli italiani dalle tasche svuotate… Forse non lo sa, ma siamo poveri.