La letteratura delle case chiuse. No alla legge Merlin!

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Chiamatela un po’ come vi pare ma lasciatela in pace. Partiamo dalla lingua, non la sua, ma quella italiana, che non si comporta mai a caso. Muoviamo dalla parola: puttana, troia, mignotta, battona, peripatetica, passeggiatrice, bagascia, baldracca, baiadera, cocotte, escort, cortigiana, mignotta, zoccola, passeggiatrice, lucciola, falena, squillo. Se esistono così tanti sinonimi per una sola figura professionale (perché questo è, bacchettoni dei miei stivali) qualche domanda dobbiamo farcela, prima di affettare il tema con la ghigliottina del moralismo. Il dizionario, oltre a essere il libro dei libri, quello che contiene tutte le parole che se mescolate con sapienza compongono un cocktail di successo, è anche un termometro.

Un termometro del valore sociale e storico. Uno strumento prezioso per non fermarsi alle pruderie dell’oggi e riscoprire il libertinismo (e la modernità) dell’ieri. Andare a puttane non può essere un reato, un puttaniere non è un delinquente, al massimo può essere un po’ sfigato. Ma se mettessimo gli sfigati in carcere ci sarebbe più gente dietro le sbarre che in circolazione. E la prostituta (o lo gigolò) non è un pericolo sociale, non è una donna da emarginare e da additare al ludibrio: è una persona che sceglie liberamente di vendere il proprio corpo per guadagnarne un profitto. Liberamente e legittimamente, a breve spero anche legalmente. Fermo subito il cretino di turno che vorrebbe ricordarmi che la prostituzione è spesso (ora quasi sempre) un dramma della sofferenza, una tragedia di violenza e schiavitù. Lo è proprio perché è un mondo affogato nel cono d’ombra dell’illegalità, senza tasse e controlli, lasciato nelle mani dei criminali.

Dunque bisogna spazzare via la legge Merlin e riaprire le case chiuse. Luogo mitologico del rito iniziatico, della fantasia che si trasforma in carne, sperma, sudore, saliva e – ovviamente – letteratura. Perché se un puttaniere è un criminale, cari puritani d’accatto, allora mettete al bando Flaubert, Kafka, Dumas, Simenon,  Schopenhauer, Soldati, Bunuel, Marinetti, Lautrec e chissà quanti altri. Arrestateli tutti, perché sì, in un modo o nell’altro, hanno comprato tutti un po’ di intimità. L’arte e la prostituzione da sempre si cambiano umori e sudori in un lunghissimo amplesso che dall’antichità arriva ai giorni nostri (si consiglia la lettura di “Le signore della notte” del dandissimo Giuseppe Scaraffia). Guy De Maupassant, che morirà pazzo a a causa della sifilide, si vantava – tra un bordello e l’altro – di essersi accoppiato con diciannove donne in tre giorni.

Flaubert selezionava la prostituta più brutta e poi la possedeva in pubblico. Per Mario Soldati quella della casa chiusa era un’atmosfera di “di dolcezza e umanità”. Il giovane Cioran si rifugiava tra le morbide carni per sfuggire all’ansia della morte. Drieu La Rochelle, l’uomo coperto di donne, appena aveva salutato una delle sue molte fiamme andava subito in cerca di sesso mercenario. ”Si entrava per la prima volta in un bordello ed era per i più una cresima lieta, come prendere gli ordini di un sacerdozio profano”, ricorda lo scrittore e giornalista Gesualdo Bufalino. Qualcuno, all’indomani della libidocida legge Merlin, si oppose e raccolse un’antologia di scritti in memoria della defunta libertà sessuale. Il giornalista Giancarlo Fusco diede alle stampe una favolosa raccolta in cui le migliori firme del tempo si esibivano sul tema.

Tutti al bando? Tutti dietro alle sbarre? E’ un paradosso sadico che in un Paese che va a puttane i cittadini non siano liberi di farlo. E infatti continuano lo fanno di nascosto, ai margini della legalità, sprofondati sul sedile dell’auto in un parcheggio di chissà quale periferia o in un puttanaio travestito da centro massaggi. Mentre tutti fanno finta di non vedere. La letteratura, invece, ci insegna il coming out, il coraggio dei propri vizi. Come hanno fatto i 343 “intellettuali porcelli” francesi che sono scesi in piazza per difendere le “loro” lucciole. E, soprattutto, tenete a bada la morale: perché in un modo o nell’altro siamo tutti un po’ puttanieri e anche un po’ puttane.

25 Commenti

  1. culturalmente, la prostituzione non è mai stata un reato e infatti è arrivata ai giorni nostri col nomignolo di “mestiere piu’ antico del mondo”
    il falso moralismo farebbe bene a indirizzarsi verso le “distorsioni” della sessualita’ !! quelle che piacciono alla sinistra degli incubi giustizialisti !

  2. Notare i soliti commenti isterici delle donnine italiane su questo post…Mi sa che Claudia e company sanno bene che una possibile riapertura delle case chiuse equivarrebbe ad una netta perdita di potere sessuale che la donna comune ha sull’uomo comune (il cosiddetto “fica-power”).
    Una prostituzione libera e regolamentata permetterebbe, infatti, di rendere una buona parte di popolazione maschile più rilassata e costringerebbe le viziate donnine italiane a scendere dal piedistallo su cui si sono incollate.
    Pensate a quanti uomini non possono/vogliono avere una relazione fissa con una donna oppure a quelli che non vogliono spendere tempo e denaro per corteggiare una donna con la speranza che prima o poi gliela dia..
    Per non parlare del pagamento delle tasse…..

  3. Per avere un netto di 100 euro te ne devono chiedere 300. E tu li paghi 300 euro per una scopata?
    Se ti chiedono 100 euro, ne incassano 25. Tu lo dai via il c.. per 25 euri?
    Facile no?

  4. Sillogismo: Se le prostitute pagano le tasse, dato quanto guadagnano, lo Stato gli chiederà, l’ 85% di pizzo.
    Se lo Stato chiede l’85% di pizzo, queste o alzano i prezzi, o vanno a fare le commesse. Siccome alzare i prezzi provoca l’azzeeramento della domanda, non possono farlo. Risultato: continuano ad esercitare in nero. Lasciate perdere. Gli unici lavori utili sono quelli su cui lo Stato non chiede il pizzo.

  5. Bobirons x un uomo e’ una mortificazione x la donna no? viene pagata e accetta di fare sesso anche con un 80enne magari lurido ?? vende il suo corpo in cambio del vil denaro e magar i accetta anche di essere sodomizzata o di farlo senza l’uso del preservativo solo x qualche euro in più? questa non e’ mortificazione? magari a lui piace il sesso manesco e si piglia pure schiaffoni solo perché pagata.. ma daii.. l’obiettivita non ti appartiene , altro e’ se la donna e’ sfruttata e obbligata a prosituirsi contro la sua volonta’..allora oltre che mortificante e’ davvero molto triste e schifoso.. ma quando una donna lo fa x libera scelta e più mortificante eticamente e moralmente di quanto non lo sia x un uomo pagarla

  6. Leggendo parecchi tra i commenti, credo che più che una legge a favore o contro la regolamentazione della prostituzione, occorrerebbe una rieducazione ai sentimenti. Mi addolora molto, anche se so che c’è, questa disponibilità di tante persone a vendere il proprio corpo come merce di scambio. Lo so che c’era, che sempre c’è stata. Ma, almeno a mio sentire, vedo che oggi è qualcosa di veramente squallido. Non credo che trasportare questo squallore in una “Casa chiusa”, o regolamentarlo per legge, cambierebbe gli estremi della situazione. Non c’è più la mentalità che c’era, nemmeno nel prostituirsi. Perciò, le “case chiuse” di oggi, del futuro, mai potrebbero assomigliare a quelle del passato. Come è cambiata la società nei decenni, così pure è cambiata, in peggio, nella depravazione più totale, anche la cosiddetta “prostituzione”. Persino la prostituzione è ormai un’idea romantica (purtroppo). Oggi, troppo spesso, esiste solo la depravazione della peggior specie. E per questa, non ci saranno “case chiuse” a poter sopperire. Chi cerca lo schifo estremo ed occulto, continuerà ad agire in clandestinità.

  7. Claudia , molti uomini vanno a mignotta o non ne vogliono sapere di donne o diventano gay perché come si dice dalle mie parti sono stanchi di ifche di legno , non sene fanno nulla .. non esiste solo l’uomo allupato e non sempre tira più un pelo di f… che un carro di buoi .. non e’ facile trovareil giusto compromesso donna piacevole intelligente di buon senso ed equilibrio mentale… se e’ carina /bella normale ha nella testa l’apparire il gossip la palestra lo shopping sostanza sottozero se e’ un mostro o un mezzo mostro e’ più di sostanza e meno apparenza anche perché..c’ha ben poco da apparire machi lo vuole uno sgorbio??? solo chi non sa dove metterlo e non ha soldi z andare a mignotta., morale le donne si sono rovinate volendo copiare sotto certi aspetti gli uomini e verrail tempo in cui andaranno in crisi profonda crisi profonda d’identita’

  8. carlo la prosituzione come sai esiste dal tempo dei tempi ovvero dal tempo del primo uomo abolirla? ma esistera’ sempre anche fuori dalal legge perché e’ un bisogno fisiologico dell’uomo avere una donna e la donna più libertina coglei la palla al balzo e ne approfitta prendendo due piccioni con una fava.. non e’ uan simil prostituzione la donna o la ragazza che ci sta con quel ragazzo o uomo perché le paga le vacanze le offre le cene gli regala i vestiti la macchina? o l’impiegata rampante che vuol far carriera e si fa zompare dal capo ? probabilmente e’ una prostituzione meno volgare ma x me sempre di prostituzione sitratta.

  9. E’ la solita storia italiana, da deficienti.
    La legge Merlin, voleva impedire che lo Stato Italiano guadagnasse da un’attività immorale, tant’è che della condizione delle donne che sarebbero finite in strada in mano alla malavita ed alla “vita di strada” non gliene è fregato nulla.
    Io capirei se si facesse una legge che possa ELIMINARE il fenomeno della prostituzione, ben venga, ma a nessuno è mai venuto in mente di farla. Giudici, politici, poliziotti, carabinieri ci vanno tutti con le prostitute, ci manca che facciano una legge contro una cosa che fanno abitualmente.
    Quindi, posto il fatto che in Italia non è un reato prostituirsi, significa che la legge permette di farlo, se la legge permette di farlo, la legge DEVE regolamentare sia civilmente che fiscalmente l’attività.
    Imbecilli e perbenisti a prescindere.

  10. Un Mondo, UE ed Italia che a puttane meglio magnacci e Casino a cielo aperto?
    Purtroppo, SI FA NON SI DICE puritani e bacchettoni: quanti, ne ho visti e sentiti nei miei 45 di lavoro prima da artista e poi sempre nelle Relazioni Pubbliche. Nei miei viaggi per il mondo, ove basta andare al bar e 10 ragazze ti assillano per poi sentire al ristorante il classico pirla gongolarsi di aver avuto successo! Ovvio, viceversa per le femmine, accade che ti piace una tizia, poi la rivedi in serata tra le braccia di una giapponesina! Da sempre ho sentito che che la Legge della Socialista Merlin è stata un disastro, ma che importanza ha ribadirlo, se chi dovrebbe correggere le storture pensa a farsi eleggere non dal Popolo al Quirinale? In 60 anni qual’è stato il contributo di Napolitano che non firmava le Leggi del Governo Berlusconi mentre il Pci e PD chiedevano il Referendum? Poi visto il battage della Procura di Milano quand’è solerte nel spiare nelle camere del Premier Berlusconi e come si sputtana come magnaccia nel trascinarlo in galera? Meglio nominarsi amici al CSM, Rai-TV,Anm-Md, Senatori a Vita e tra i peggiori Socialisti un Topo che alla Consulta che “ non poteva non sapere? ” In pratica, meglio l’aiutino ai Movimenti Gay (per attenere i voti ) che guarda caso molti hanno un passato nella prostituzione o che un ragazzo minorenne che va con gay keskì non è pedofilo? Ebbe occhi che non vede… ma soprattutto, hanno promesso tanto e, quasi tutti i politici hanno mentito o se ne sono fregati che esseri umani siano schiavizzati, ammazzati e come vedi, la Boldrini e Kompagni alimentano i diritti dei clandestini; ma se quasi 4mln sono disoccupati che diavolo faranno questi malcapitati sfidando la morte nel Med: non faranno lavori a 5 euro come a Foggia vivendo in tende o sotto i ponti prostituendosi o verranno ammazzati come cani se sgarrano? Io sono appena tornato da un Paese ove ci sono almeno 100.000 casini di Stato e non ho visto criminali o prostitute in giro. Negarlo che in Hotel 5* non ci siano mignotte, escort o ballerine come nei Nightclub? Io mi ricordo che negli anni ’80, un direttore di nightclub in Paolo Cannobio, mi disse che a norma di Legge, ne aveva 28 a £ 1.800.000 al mese e che, donnine note e famose partecipavano come escort per 400,000 serali? La verità Politica? Farsi belli, acchiappare voti per stipendi d’oro e vitalizio ma chissenefrega di riformare il Paese: meglio la soppressione delle Province rimetterle in mano al Pd e i 22 senatori contro Renzi la dice tutta, perchè: “ Così fan tutti ”. Insciallah!

  11. Finchè lo dice la sinistra, nulla cambierà; in compenso, posso andare a Lugano, accompagnarmi con le prostitute, nel rispetto della Legge Svizzera. Preciso che i controlli del Cantone sono frequenti e rigorosi; il Magistrato, in caso di violazioni, fa chiudere il Casino. In definitiva, la stupidità Italica è inestimabile e, infatti, comandano i Komp.!!

  12. Allora, mi auto-denuncio come cretina di turno. Infatti, oggi come oggi, nove a dieci, la prostituzione è solo sfruttamento contro la volontà di chi è obbligato a prostituirsi. Che schifo! (meglio essere qui cretini che cinici). Saluti.

  13. Caro DEL VIGO…. Allora secondo Lei Pasolini dovrebbe essere fatto santo, giusto? Perché ha scritto libri che hanno venduto molto, perché ha diretto film importanti…ma per il fatto che fosse pedofilo e che ha mortificato e infastidito decine e decine di maschietti minorenni???? Cosa ne facciamo dei pedofili che non sono scrittori, produttori o VIP??? RISPONDA, grazie

  14. La letteratura non esclude, anzi, la grammatica. Perché “lo gigolò”? Non si scrive “lo giocatore”, “lo giardino”, vero?. O c’è qualche motivo grammaticale perché davanti a quell’inizio di parola “gi” viene usato l’articolo “lo” anziché “il”? Illuminate la mia ignoranza!. Grazie!

  15. Caro Del Vigo, non è certo un reato, se avviene fra due maggiorenni consenzienti. Ma per noi maschi è certamente una mortificazione, essere costretti a pagare per del sesso. Al limite, invitare l’oggetto del desiderio, una bella cena, un buon albergo, oppure un fine settimana, comunque spendendo l’equivalente, se non di più, della prestazione mercenaria. Certo è più facile per la donna che ha, sempre o quasi, la possibilità di scelta, se non addirittura esercitare costrizione psicologica, del e sul maschio. Ma una prostituta, via ! Con quella ci può andare chiunque, giovane, vecchio, bello, brutto, perfino maschio o femmina. Ed in più alla “prestatrice d’opera” sta il vantaggio dell’accettazione o rifiuto. Scegliere la facile strada del sesso mercenario inoltre ci priva della possibilità di affinamento della tecnica di convinzione e condivisione, che sia con la compagna od un’illustre sconosciuta.

      • Signora Claudia, mi rifaccio ai Suoi commenti delle 14,36 e 14, 38. Una cena, una notte e via ? Ma allora troviamo un modo per scambiarsi indirizzi privati ! Scherzo, alla mia età, e dopo oltre quarant’anni di matrimonio, l’esperienza è inversamente proporzionale alle velleità. Ma forse la Sua osservazione potrebbe aver centrato il problema, Dal ’68 in poi, con il “riappropriamento” del proprio sesso, la donna ha si raggiunto una parificazione statutaria, ma quanti filarini e corteggiamenti si è persa. Ed oggi, la “Clotilde” essendo così disponibile sul mercato libero c’è ben poco sugo a corteggiare e cercare di vincere. Ergo, alcuni tagliano corto e vanno a cercare il sesso facile che, almeno, non impegna, hai visto mai potesse accadere un incidente ? Ciò detto, la mia convinzione di fondo resta quella ancorata al binomio donna/uomo dove è bello rotolarsi insieme se, assieme all’orgasmo, ci sono anche baci e carezze, propedeutiche all’esplosione finale.

  16. andare a prostotute spesso è una necessità. Esci la sera e le ragazze non ti filano se non ti presenti griffato dalla testa ai piedi, col macchinone e l’aria saccente. Certo, ci si deve arrangiare, poi… ci sono quelle degli appartamenti… che vogliono 300 euro a botta… e per chi ne prende 1000 al mese è un salasso. Non rimarrebbe che ubriacarsi, ma anche quello è ormai vietato, viste le leggi sull’alcol. Non rimane che bruciare. Ci fossero le belle case chiuse, un uomo single avrebbe un po’ di calore umano, che le donne normali non riescono più a dare, e se ne andrebbe a nanna soddisfatto

    • che tristezza Loris… Faccio parte di una generazione di donne disperate, hai ragione, che cercano i soldi e il potere. Ma sai perché? Perché se sei bella devi essere puttana e per avere un posto dignitoso devi darla al primo offerente; se sei brutta sei da buttare…. Però donne che cercano sentimenti e sesso insieme ce ne sono eccome, basta cercarle nei posti giusti, non per strada o in rete…

  17. @ Emilio Macchi Alfieri: bel racconto personale, ma quei tempi sono andati e la gente di oggi è molto diversa (probabilemte in peggio). Cordialità

  18. invece di parlare si COME NON ANDARE A PUTTANE, tutti si impegnano a COME ANDARCI E SEMPRE DI PIU’…. Chi è marcio dentro redta marcio….il povero sano uomo ancora in vita invece dovrà fare i conti con un mondo di puttane e puttanieri a cercare di far capire ai suoi figli che si può essere migliori di una puttana o di un puttaniere…

  19. ALLORA li riapriamo o no i casini?? prostitute controllate sanitariamente .. che prestino un servizio sociale del quale paghino le tasse , più sicurezza x loro .. in strada non sono rare le aggressioni e a volte ahimè gli omicidi , meno degrado ambientale gli uomini che hanno voglia di fare i trombetta e non hanno una donna con cui sfogare la loro virilita’ maschile possono essere ricevuti in ambienti confortevoli e socializzare , le prostitute ricevono due piccioni con una fava sono pagate e x di piu godono delle prestazioni maschili , gli uomini oltre al loro naturale sfogo del piacere , godono di maggiore rilassatezza e segretezza rispetto alla strada con tutit rischi connessi di ogni tipo.
    all’estero esistono da decenni i casini e contribuiscono all’economia dello stato Italia basta bigottismi W le case chiuse , la prostituzione in strada e’ un vero schifo x tutti.. specialmente x chi abita nei quartieri a luci rosse

    • Con tutto il sesso gratis che le donne offrono oggi, ancora pagate una mercenaria che non vi guarda nemmeno in faccia? non ho parole….

  20. Caro Del Vigo: è evidente, non foss’altro che per ragioni anagrafiche, che Lei non ha avuto conoscenza diretta delle cosiddette “case chiuse”. Il sottoscritto. al contrario, sì: e qui di seguito aggiungo uno scritto publicato tempo fa sul mio blog. Cordiali saluti.

    IL BUONSENSO
    Periodico irregolare di considerazioni personali

    *°*°*°*

    ECCO COM’ERA IL CASINO

    Chi scrive ha avuto la fortunata ventura di frequentare i casini prima che fossero chiusi da una legge sciagurata. Erano un’istituzione utile: per i giovani, che imparavano tecniche che si sarebbero poi rivelate preziose; e per i meno giovani, che vi trovavano un innocuo diversivo dalla solita routine. L’ingresso era consentito a chiunque avesse compiuto i diciott’anni, rigorosamente controllati sulla carta d’identità, con una grossa lente, da una burbera megera.
    Parliamo qui, naturalmente, di casini medio-popolari: per i ragazzi quelli d’alto bordo erano troppo costosi e, tutto sommato, meno divertenti.
    Qualche giornalista ha creduto, qua e là, di rievocare genericamente l’atmosfera del casino; e Tinto Brass ne ha dato un’immagine dettagliata ma alquanto fantastica: non proprio com’era… ma come gli sarebbe piaciuto che fosse. Nessuno però ha scritto di com’era davvero. E allora il buon senso consiglia di renderne testimonianza ai posteri, prima che anche gli ultimi frequentatori escano dalla scena.
    Certe memorie dei primi anni del ‘900 riferiscono di baldorie e sfracelli, soprattutto ad opera dei fascisti; può darsi che fosse vero, ma negli ultimi anni il casino era un luogo del tutto tranquillo, fin troppo. E nel raro caso di schiamazzi o disordine, interveniva la maitresse che, colla scopa, scacciava senza complimenti tutti i presenti: “Adess basta, figatelli! Fuori tutti! Segaioli, via! Fuori dalle balle! Andee foeura!”. E tutti uscivano disciplinatamente.
    A Genova, in vico dei Castagna; a Milano, in via Chiaravalle o via Fiori Chiari; a Roma, in via degli Avignonesi, l’ambiente era più o meno lo stesso: superati una doppia porta e un rigoroso esame di documenti, si era ammessi in un salone fumoso colle pareti intonacate, qualche volta decorate con quadri o mosaici pompier vagamente erotico-mitologici, pavimenti di linoleum o piastrelle, tendine di nailon, luci al neon, seggiole tutt’intorno di metallo cromato. Sul fondo, la cattedra in cui sedeva la maitresse (abbigliata severamente di nero col collettino di pizzo bianco), il cartello coi prezzi (se ne trova ancora qualcuno nei mercatini), le tende di velluto che davano accesso alle scale che conducevano alle camere, e la fila di sedie delle pensionanti. Non c’era musica, e il solo rumore era quello, marcatissimo, dei tacchi delle professioniste che scendevano in sala alla fine dell’incontro. Ovunque, un vago e rassicurante odore di candeggina. I frequentatori sedevano silenziosi, o al più bisbigliavano.
    Le ragazze (si fa per dire) erano vestite (anche qui si fa per dire) nei modi più diversi, strani e buffi: molte indossavano vestaglie trasparenti, altre soltanto il reggiseno e le mutande (dalle quali fuoruscivano generosi ciuffi di peli), altre ancora mantelli improbabili o pigiama-palazzo. Quasi tutte fumavano e conversavano tra loro, salvo, ogni tanto, passeggiare nella sala per esibirsi.
    I frequentatori erano per lo più di aspetto borghese: studenti, uomini di mezza età accuratamente vestiti alla bancaria, militari. I più erano squattrinati, e stavano lì a “far flanella”, cioè per esaminare la qualità della quindicina, per fare quattro chiacchiere, o soltanto per eccitare le loro fantasie. Se dopo un certo tempo nessuno si alzava per invitare una pensionante, la maitresse, dopo avere gridato più volte “Andemm in camera, signori, su, andiamo, che ci sono le signorine in sala!”, smorzava le luci e, colla solita scopa, buttava tutti fuori. I più se ne andavano, gli altri rientravano, e così continuava la giornata.
    La procedura attiva era rigorosa. Il visitatore si alzava e faceva un cenno a una ragazza, che prontamente lo guidava oltre la tenda e su per le scale. Entravano in una spaziosa camera da letto, arredata alla maniera antica, con un bel lettone e apparecchi igienici. Concordata la misura della prestazione (marchetta, doppia, mezz’ora, o anche più per chi poteva permetterselo), si passava a un’accurata lavanda e, quindi, alla sostanza, nella quale le donne erano assai professionali. Alcune erano brusche e nervose, altre gentili e premurose, qualche volta addirittura sentimentali. Finito il tutto, si ridiscendeva la scala, il cliente pagava, e la maitresse consegnava le marchette corrispondenti alla prestazione alla “signorina”, che riprendeva il suo posto in sala.
    A Carnevale si faceva qualche scherzo, come nel 1957, quando un buontempone liberò dei gamberi nella sala del casino di via San Giovanni sul Muro: i gamberi annaspavano qua e là, le donne saltavano in piedi sulle sedie strillando di paura, e i clienti si ammazzavano dalle risate.
    Il 20 settembre del 1958, ultimo giorno di apertura dei casini, chi scrive andò in via Fiori Chiari con una grossa anguria: fu festa, portarono dei biscotti, aprirono dello spumante, tutti si abbracciarono con tristezza promettendo di rivedersi. E poi, naturalmente, non si rividero mai più.
    Peccato, era divertente.

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