Davide Campo: istruzioni per rubare l’attimo

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Fotografie come racconti brevi.

di Silvia Cannas Simontacchi

Le strade vuote di Bangkok, con il profilo ciccione di un maiale sul ciglio e qualche cartaccia svolazzante. Un pick up abbandonato sotto le palme, nell’erba alta. La Biennale di Venezia, con la gente che gironzola a gruppetti e bisbiglia guardandosi in giro. Notturni illuminati da luci dorate e cieli troppo occupati a mangiarsi l’orizzonte. Oppure le arance spremute nel disordine vissuto di una cucina. Le foto di Davide Campo sono racconti brevi come un battito di ciglia: lui lancia lo spunto, il resto lo immagini tu.

Bresciano e autodidatta, Davide Campo è un fotografo di quelli schivi, che difficilmente chiederanno mai a qualcuno di mettersi in posa per uno scatto: le persone guardano quasi sempre altrove. Lo sguardo fisso è troppo diretto, escluderebbe l’espressività di un viso distratto, di un braccio che scivola con noncuranza sulla spalla di qualcun altro, di una farfalla posata sulla schiena di un uomo che non se n’è accorto. Ciascuno scatto è la descrizione di un attimo scippato a una situazione fuggente, come la mano che tiene una sigaretta fumata distrattamente o il colore morbido di certe albe.

Il primissimo contatto di Davide Campo con la fotografia risale alle scuole medie, quando l’insegnante di lettere portò lui e i suoi compagni in giro a scattare foto, per poi sviluppare i negativi in una camera oscura allestita nel bagno della sala insegnanti: “Usavamo solo pellicole in bianco e nero perché erano le più semplici da trattare”, spiega Campo. “Tutto il processo sembrava magico, ma anche estremamente rigoroso: bastava sgarrare di un secondo e la foto era o troppo chiara o troppo scura… E poi si poteva tornare a casa contenti di aver giocato con un po’ di acidi… altro che lego o micro machines!”.

Dopo le medie, per un po’ Davide Campo ha smesso di giocare al fotografo. Poi ha ricominciato durante un Erasmus a Parigi, e non ha più smesso. Oltre che su Flickr e Tumblr, questo artista esordiente ha esposto i suoi lavori in alcuni locali del centro storico di Brescia, con la promessa di portarci in cambio qualche amico a bere: una cosa molto OFF. È anche per questo che ci sembra il caso di tenerlo d’occhio.

Flickr: http://www.flickr.com/photos/archifield

Tumblr: http://archifield.tumblr.com/