Alex Usai Band: blues made in Milano

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Il gruppo che fa il tutto esaurito al Blue Note con un disco autoprodotto.

di Antonio Lodetti

Il blues in Italia, salvo rare eccezioni, resta musica da carbonari. È una musica che non porta visibilità, successo, non entra nei talent: è un suono puro. Da sempre si dice: “Il blues è un feeling, o ce l’hai o non ce l’hai”. Ma, a volte, qualcuno che lo sente salta fuori anche da noi. Per esempio Alex Usai, che con la sua blues band è una piccola icona della musica del diavolo made in Milano. Lui e i suoi compagni d’avventura nascono con il jazz e da sempre amano i suoni che arrivano dall’universo afroamericano. Non copiano, certo, ma sanno citare bene e allargano il loro spettro sonoro a tutti i generi che il blues ha contribuito a creare.

Non a caso, nel loro album “Blues Tale” non ci sono cover ma solo brani originali, come “Follow Me”, “Britta’s Blues”, “I’m Not Wide Awake” e “NoMore Sunny Days”, dove si spazia dalla ballata lenta al boogie, dal blues swingante dei Fabulous Thunderbirds alle inflessioni jazzate. “Abbiamo imparato lavorando sui classici – sottolinea Alex – e nei sei anni di vita della band ci siamo evoluti. Tra le nostre influenze ci sono B.B.King, Albert King, Freddie King e chitarristi più moderni, a cavallo tra blues e soul, come Robben Ford e Robert Cray. Senza dimenticare geni del jazz come Wes Montgomery, George Benson o il chitarrismo totale di Kurt Rosenwinkel. Però anche volendo non potremmo copiare il passato: puoi suonare il blues di Chicago solo se sei nero, altrimenti diventi manierista o ripetitivo. La nostra ricerca alla lunga paga”. Infatti, domenica 9 marzo, la band ha fatto il tutto esaurito al Blue Note di Milano, il tempio del jazz che accoglie le più grandi star americane. “Eravamo emozionatissimi, ci tremavano le gambe:per fortuna siamo riusciti a trasferire tutta quell’emozione nel blues e il Blue Note è il nostro punto di svolta, l’inizio di un tragitto nuovo”.

Ora, Alex e la sua band puntano sui concerti per promuovere il disco, che naturalmente è autoprodotto. Il 28 marzo suoneranno ad Alghero, il 9 maggio si esibiranno dal vivo allo Spazio 89 di Milano, e registreranno il loro primo dvd. “Il blues purtroppo è musica di nicchia ed è seguito da persone non tanto giovani, ma cominciamo a farci strada comunque”. Del resto Alex Usai e i suoi compagni non sono proprio dei novellini: hanno suonato con l’armonicista Sugar Blue, hanno inciso due dischi con Franco Cerri ed altri sotto il nome di Spare Time Trio, hanno accompagnato a Umbria Jazz gente come Dee Dee Bridgewater e hanno fatto da backing band per i Dik Dik. Come dire, il talento c’è…