Quella vecchia puttana che aspetta i Rolling Stones

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Ultime settimane. I Rolling Stones chiedono e ottengono dal sindaco di Roma di poter fare un concerto al Circo Massimo. Le soprintendenze sbraitano. Nessuno chiede l’utilizzo di Pompei, e nel frattempo i turisti e qualche ladruncolo, già che ci sono, si portano via affreschi e pietruzze secolari. Le contraddizioni italiane sono mostruose e vi inciampiamo ogni istante. Abbiamo il patrimonio culturale e monumentale più cospicuo del mondo e siamo in grado di proteggerlo solo negando ogni suo utilizzo commerciale. E ciò che invece non sfruttiamo commercialmente cade a pezzi, come nel caso di Pompei. Nonostante i finanziamenti ottenuti, anche dall’Europa, per accomodarlo e il personale già assegnato per sorvegliarlo. Se fossimo uno straniero diremmo: “ma si fottessero questi italiani”.

Rolling Stones al circo massimo, suona bene anche la traduzione. Stona la schizofrenia del sindaco. È cosa buona e giusta contaminare la nostra storia con la contemporaneità (anche se nel caso delle “Pietre Rotolanti”, un po’ agée). Ci piace la Piramide piantata in mezzo al Louvre. Ci piace Paul McCartney al Colosseo, o i Genesis sempre al Circo Massimo. La bellezza di Roma è che le sue vestigia entrano con prepotenza nella quotidianità di chi vive la città: residenti e turisti. Eppure, e arriviamo alla schizofrenia del sindaco: per quale motivo questo contagio, benvenuto per il Circo Massimo, è stato bandito dal medesimo sindaco per Via dei Fori imperiali, quella straordinaria arteria, chiusa dal primo cittadino, che oltre ad essere fondamentale per unire la città, avvicina Colosseo e Fori al quotidiano di chi lavora o passeggia? Veramente vogliamo rendere Il Colosseo, il nostro Partenone: un monumento chiuso in una collina, e a disposizione solo dei torpedoni? Vivere Roma, vuol dire sentire i Rolling Stones, passare con l’auto davanti al Colosseo, godersi la storia con un tavolino all’aperto. Magari, caro sindaco, senza alzare a dismisura il costo dell’occupazione del suolo pubblico o limitando in maniera esagerata l’area occupabile dagli esercizi commerciali all’aperto.

In fondo è anche una questione di quattrini. I Rolling Stones, a differenza dei Genesis, sbiglietteranno. Per la bellezza di 75 euro a ticket. Ebbene quanti soldini si prende il Comune? Una vecchia signora come Roma non si deve vergognare, un po’ di meretricio le dona. E soprattutto le serve. Una città che è riuscita ad accumulare debiti per 12 miliardi di euro e che ogni anno vede spese superiori alle entrate, nonostante tutte le tasse locali tirate al massimo, deve saper donarsi. E anche con un po’ di generosità. Insomma sfruttiamo questa città. Ci serve. E le serve. Una città senza vita, senza note, senza ballo è morta. E questo agli indolenti romani è del tutto chiaro.