GIAGUARI E ROTTAMATORI DELLO STATALISMO CULTURALE

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Non solo la legge elettorale. Sarebbe auspicabile che Giaguari e Rottamatori della politica italiana si incontrassero anche per parlare di come ricostruire il nostro Paese attraverso l’Arte e la Cultura, un patrimonio invidiatoci da tutto il mondo, che dal punto di vista identitario, simbolico ed economico può essere uno dei motori di rilancio della nostra bella Italia. Dobbiamo tornare ad assumere il ruolo che gli altri ci hanno sempre riconosciuto ma che noi stentiamo ad interpretare quello di “faro della civiltà”. Allora ben vengano quei leader politici che insieme riusciranno ad asfaltare un pensiero statalista che oltre a non proteggere il marchio Made in Italy ne impedisce lo sviluppo.

E’ un argomento che ho affrontato spesso in queste pagine sul quale vale la pena tornare. Le liberalizzazioni sono spesso viste come qualcosa di pericoloso, come se dietro l’intervento del privato ci fosse la mano del diavolo. Sono solo strumentalizzazioni, figlie di un’ideologia superata che ha protetto invece per tanti decenni sempre gli stessi uomini, espressione delle lobby della gestione del potere culturale. La burocrazia atavica e una legislazione cavillosa hanno il solo scopo di mantenere quegli stessi recinti.Provate a chiedere ad un direttore di un teatro pubblico o ad un esercente privato come si compila la nuova domanda per la richiesta di contributo al Fus. Un’atmosfera kafkiana ben presto si impadronirà di voi! Liberalizzare vuol dire affidare la gestione dei beni ad un privato, non la proprietà che rimane sempre dello Stato.

Su questo tema mi sembra opportuno riportare una lucida analisi fatta per noi del giornaleOFF da un addetto ai lavori, il Presidente di Palazzo Te di Mantova, Angelo Crespi : “Lo Stato deve continuare a finanziare la Cultura, ma la Cultura deve produrre utili (nel cinema, nello spettacolo dal vivo, nell’editoria, nella televisione, nella musica, nei videogiochi…) senza nessuna pregiudiziale che possa impedire di produrre anche ricavi ; i privati (pensiamo al Fai) spesso anche nella conservazione del patrimonio operano meglio dello Stato, sprecando meno; servono politiche serie di defiscalizzazione che permettano agli imprenditori e ai privati di sostenere la Cultura, e alla Cultura di svincolarsi dalle imposizioni ideologiche e dalle distorsioni “amicali” del finanziamento pubblico; il presidio delle sovrintendenze va rafforzato innovando ed inserendo tutte quelle skilness che le università hanno provveduto a formare ma che lo Stato è restio ad assumere; la tecnologia deve essere uno dei nuovi modi di rappresentazione della Cultura”.

E’ una prima linea guida dalla quale lanciare un nuovo Manifesto della Bellezza, che faccia del mondo dell’arte , della cultura e dell’impresa un terreno di scambi e di sinergie sotto l’ala protettrice di uno Stato liberista. Il mercato si aprirebbe come una prateria liberando tutto quel potenziale creativo che sopravvive nel sottobosco o che è costretto a fuggire all’estero.Così facendo l’intrattenimento culturale diventerebbe il nuovo petrolio del nostro Paese.

Visto che Expo 2015 si avvicina – lì ci si gioca la faccia – meglio mettere in campo almeno in questo settore un’unità nazionale senza precedenti che sappia superare anacrostici steccati novecenteschi tra destra e sinistra che hanno lasciato in passato già troppi cadaveri sul selciato.

Solo chi guarda in avanti oggi può sperare in un futuro migliore quindi ben vengano Giaguari e Rottamatori, vecchi giovani e giovani vecchi che hanno voglia di rinnovare ma che dovranno essere in grado di dimostrare che non siamo un popolo viola votato al livore ma restiamo ancora un popolo di santi, artisti, poeti e navigatori.

12 Commenti

  1. Buonasera
    Trovo che arte musica cultura siano finanziate con il sistema Fiat,mi spiego meglio:gli utili vanno divisi tra i finanziati e le perdite le paga il popolino

  2. Ben vengano i rinnovatori, ma soprattutto coloro che siano capaci di farlo, visto che il patrimonio inestimabile di questo paese viene sempre meno valorizzato, esempio? Parigi ogni anno fattura con il turismo 28 milioni di utili, mentre Roma che non è seconda a nessuna capitale mondiale, solo 23….

  3. Avere delle figlie a cui si vuole far comprendere l’identità italiana del mondo dell’arte, della cultura, della musica, dell’intellettualità che ci appartiene, produce una sensibilità nell’animo dei giovani che si sviluppa nella ricerca, nella passione, nella storia, e li affascina a tal punto da rimanerne soggiogati indirizzandosi verso studi artistici, la famiglia investe con estrema fatica sul loro futuro per assecondare questa inclinazione senza svelare loro che abbiamo una Nazione che ha messo nel ripostiglio ammuffito queste discipline… Sacrifici infiniti che non saranno mai ripagati? Vorrei sperare che ci si possa riappropriare di uno spaccato vitale che nutra le menti, gli spiriti e che possa dare dignità a chi li perpetra, con questa speranza le sostengo e mangio uova sode…

    • fai benissimo a fare dei sacrifici per permettere alle tue figlie di continuare gli studi artistici, le cose le possono cambiare soltanto grazie a persone di buona volontà che amano l’arte nella speranza che un giorno diventino la nuova classe dirigente del nostro paese

  4. Io sono una persona che crede nel dialogo, crede di essere tollerante, ritengo che la cultura sia un bene universale, ma spesso alcuni la manipolo per i loro biechi fini, ci hanno preso per i fondelli, e continuano a farlo illudendoci che sia una prassi normale, e che non esistano alternative…………nulla di più falso, non capisco l’ipocrisia, ma spesso è lei che ci canzona peggio di tante altre cose…………

  5. Lo stato non deve essere imprenditore quindi non finanzia per guadagnarci così come lo fa se costruisce una strada. il ritorno economico della grande bellezza agli oscar è immenso. allora qui sta il nodo politico: è veramente utile finanziare Miniero o Virzì?

    • Sarebbe più utile che lo Stato finanziasse i giovani o i più deboli.I grandi nomi con una poltica liberista di defiscalizzazione non troverebbero nessuna difficoltà a farsi finanziare dai privati

  6. Grazie Angelo, siamo a disposizione anche per un tuo eventuale intervento nell’editoriale del giovedì.Buon lavoro , a presto.

  7. Sono d’accordo con te Angelo , per questo l’intervento del privato con i tax shelter ad esempio rivoluzionerebbe il mercato e tutti avrebbero la possibilità di esprimersi artisticamente perché troverebbero piccoli o grandi mecenati .Lo Stato deve liberalizzare il mercato con una riforma liberista spazzando via tutti quei cavilli kafkiani che servono a non capirci niente. La battaglia a mio avviso e’ quella.

    • Provocazione:
      Per evitare che i finanziamenti vengano dati solo agli amici degli amici, perchè allora non finanziare il pubblico? La gente?
      Una politica dei prezzi non c’è mai stata in Italia, fatto salva la solita logica degli abbonamenti al teatro.
      Cinema e teatro potrebbero ricevere soldi per incentivare il pubblico.
      Certo andrebbe ripensato l’intero sistema, andrebbe liberalizzato, si dovrebbe incentivare il tax shelter e il tax credit… ma così come si sta facendo ora non si va avanti.

      Gli stabili non dovrebbero più essere i feudi di registi che si occupano solo delle proprie messe in scena, dovrebbero diventare realtà locali in grado di interagire con le realtà del territorio, anche con i privati e le giovani compagnie.
      Si dovrebbe svecchiare il repertorio, iniziare a incentivare veramente la drammaturgia dell’oggi.

      I produttori cinematografici dovrebbero smettere di usare solo i soldi altrui, investire sui generi, fare come succede in Francia e in Inghilterra, pensare in modo allargato e non solo per il circuito italiano.
      La Grande Bellezza è un caso troppo isolato, non fa storia purtroppo.
      I nostri film non superano il dazio, a volte non superano nemmeno le barriere regionali.

      P.S.
      questo spazio OFF è molto interessante
      spero che si allarghi e si diffonda
      spero che non subisca la solita discriminazione destra/sinistra
      è uno spazio aperto che dovrebbe essere usato da tutti senza distinzioni
      Per questo vi faccio i miei complimenti

  8. Se è vero che i conti si fanno alla fine… la fine è adesso.
    Si sta varando un provvedimento ministeriale che mira a ridurre la capacità di intervento delle compagnie teatrali stringendo attorno a loro un cappio che finirà per soffocarle.
    Gli stabili potranno solo interagire con altri stabili e non più anche con i privati.
    Destra e sinistra in questi 20 anni si sono comportate nello stesso modo. Tagli, difficoltà, burocrazia. Questo è ciò che ci hanno regalato.
    Il cinema è messo sempre peggio ed è inutile ormai scandalizzarsi per gli aiuti statali elargiti a chi non ne ha bisogno.
    In questo paese ormai sugli schermi c’è una separazione netta, o film d’intrattenimento che fa cassetta, o film d’autore, punitivi per se stessi e per il pubblico.
    Gli aiuti ministeriali vanno ai soliti noti… di destra e sinistra.

    Parlare ancora di destra e sinistra in questo paese è come parlare del sesso degli angeli. E’ ozioso e inutile. Modificando l’ordine degli addendi il risultato non cambia.

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