Vento di Sicilia per il nuovo Padrino

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Nel film di Carlo Fusco, con un cast internazionale, una nuova prospettiva della mafia dei nostri giorni.

di Pierpaolo De Mejo

Si conclude con la morte solitaria del boss Michael Corleone una delle trilogie più belle del Cinema. “Io amo il mio Paese. Nella storia sono accadute tremende ingiustizie a questa gente, ma loro sperano sempre che il futuro gli porti il bene invece del male” dice Al Pacino nel terzo capitolo de Il Padrino di Francis Ford Coppola, parole commosse in riferimento alla nostra Sicilia, una delle regioni da cui partirono in massa i nostri migranti tra il XIX e la prima metà del XX secolo.
Ad accoglierli a Ellis Island c’erano termini denigratori come WOP, WithOut Papers, ovvero senza documenti (per John Fante è il termine simbolo del tentativo mai pienamente riuscito di essere accettati nella società americana), e DAGO (usato contro tutti i popoli latini). E poi ancora maltrattamenti e pregiudizi, tra cui ricordiamo il linciaggio di New Orleans del 1891 e la vicenda di Sacco e Vanzetti. Ma la verità, a detta di molti (uno è il regista Martin Scorsese), è che gli italiani hanno contribuito a far grande l’America, dando i natali a personaggi illustri e portando la propria cultura e le proprie tradizioni oltreoceano.
Purtroppo, tra le nostre merci d’esportazione, c’è sempre stata anche la Mafia, piaga che ci portiamo appresso come una sorta di biglietto da visita. Sicilia, malavita e vendetta tornano oggi in sala grazie al film Vento di Sicilia (sottotitolo: Vespro di un rinnegato). Scritta da Christian Jaqen Repici, e diretta dal giovane regista italiano Carlo Fusco, la pellicola è stata realizzata per il mercato estero con una co-produzione italo-americana a basso budget (Sc My Country Production, wind of corleone film). Un cast di attori internazionale: Danny Glover, Michael Madsen, John Savage, Steven Bauer, Hal Yamanouchi, a cui si uniscono gli italiani Luigi Maria Burruano, Mario Pupella, Giovanni Martorana.
La trama: un uomo cieco sulla cinquantina (Martorana) e un prete di colore (Glover) s’incontrano sul vagone di un treno. Le loro storie si assomigliano incredibilmente: entrambi hanno un passato legato alla malavita e sono intenzionati a uscirne. Girato nelle province di Palermo (Montelepre, Carini, Capaci, Isola delle Femmine), Catania, Agrigento, Favara, Corleone, Gela e infine Roma. Sapiente l’uso degli effetti speciali, curati da Massimiliano Benvenuti (anche montatore del film). Fotografia dai toni agrodolci di Ugo Lo Pinto e Riccardo Grattarola. Dopo la presentazione nei festival, il film uscirà nelle sale italiane e in home video a partire dal 9 gennaio.