Incanta il pubblico lo spettacolo di magia sui problemi della fisica moderna.
di Rosa Revellino
Torna a stupire il pubblico un famoso interprete della magia. Il mago Alexander che già dagli anni ’70 ha fatto di questa discussa “arte” una questione di metodo. Una cosa seria…
Così anche oggi, sul palcoscenico del Teatro Baretti a Torino, il mago incanta il pubblico per un tutto esaurito di tre serate che ha tolto il fiato anche agli organizzatori dell’evento, dal 27 al 29 dicembre 2013.
Eleganza, sicurezza e grazia. Tre parole iconiche per descrivere la sapienza antica con cui Alexander propone la sua postura ordinata, ma anche semplice, usuale come se fosse un vicino di casa che suona il campanello per chiederci ospitalità… Ed è proprio così che il mago incanta, con una affabulazione sorda, indiretta, nascosta in linguaggio mai troppo colto e mai troppo scontato.
Il suo spettacolo, per le serate torinesi, dal titolo “Tra Spazio e Tempo” non lascia dubbi però sull’antica arte. Un’introduzione alle grandi questioni della fisica contemporanea, con tanto di citazioni e riferimenti, si accompagna all’insondabile mistero della magia quasi a dire che tra scienza e realtà alternativa c’è un forte e solido legame. Una sequenza di video sui temi più noti del dibattito scientifico contemporaneo accompagna il pubblico verso questioni cruciali del pensiero, dal teletrasporto alla lettura del pensiero, dal rapporto tra massa e tempo allo spiritismo di matrice lombrosiana: una sorta di almanacco della scienza per indurre lo spettatore ad agire la logica in modo emotivo, empatico fino alla soglia della “sensitività”.
A vincere su tutto però è la dialettica amichevole con cui Alexander interloquisce col suo pubblico coinvolgendolo nei suoi “esperimenti”, e non semplici “giochi” e rendendo l’occasione una simulazione di realtà alternativa in cui tempo, spazio, dimensione e pensiero sconfinano e smarginano nell’immaginazione. Colpisce certamente poi la competenza profonda di Elio, in arte Alexander, sui problemi della fisica moderna e contemporanea che vengono posti con semplicità, chiarezza e rigore. Si potrebbe azzardare a definirlo prima di tutto un mago della comunicazione con quella sua leggerezza concettuale che affonda nella mente dei suoi spettatori, sconvolgendoli, immobilizzandoli sul posto.
Ma chi è in realtà Elio Alexander? Lui dice un timido che ha superato la paura, con il mestiere. Un atto di coraggio ben riuscito se si pensa che, dopo anni di studio e ricerca, è riuscito a ricostruire in scena, simulandola, il setting di una seduta spiritica. E proprio nello stile dei primi del ‘900 quando tra Europa e Stati Uniti cavalcava il successo la famosa medium Eusapia Palladino, modello di ricerca proprio per lo psichiatra Cesare Lombroso.
Uno spettacolo difficile da inquadrare perché interamente performativo. Alexander tornerà però nuovamente in primavera con le sue “Sinapsi”, cioè il passaggio di informazione da una cellula neuronale all’altra. Un altro viaggio scientifico all’interno della mente e dei suoi meccanismi.
Ancora illusioni e suggestioni? Certamente una sensorialità che incanta.