Tagliente e delirante come Domenico Montixi

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Il regista sardo tra satira e revival spaghetti western.

di Antonio Sergi

Pittoresco, surrealista e magico; Domenico Montixi, attore, sceneggiatore e regista, è la dimostrazione di come un ‘altro’ modo per fare cinema di qualità non sia irrealizzabile; contano le idee, bisogna saper fantasticare.

Il proteiforme Domenico Montixi abbraccia istinti desideranti orientati verso la parte del principio del piacere, sempre in maniera tangibile e sovente ‘vintage’ per innalzare il diritto alla creatività, specie attraverso l’arte cinematografica, sempre più priva di immaginazione ed eros.

Riesce a coadiuvare perfettamente il contenitore della conoscenza con l’istinto ‘patafisico’ e ingegnoso che ha il privilegio di possedere; germogliando sempre dalla parte della fantasia, comprendendone il senso e l’anima ma anche la sostanza, attraverso elementi impalpabili, quelli che solo l’ironia può generare.

L’eclettico artista sardo, tra le numerose produzioni e attività, dopo i primi passi con Stefano Deffenu, ha partecipato nel film indipendente SaGràscia, primo lungometraggio di Bonifacio Angius, con quest’ultimo ha collaborato anche per il film di prossima distribuzione: Perfidia. Ha inoltre fatto parte dell’intenso binomio artistico con Elisabetta Zucca nel cast de “L’Eclisse” di Roberto Achenza prodotto dalla ‘Dustfilm’ e diretto e realizzato due videoclip: Death Player di Senka e The love is on the table dei Lanalosgia.

Pezzo forte di Montixi è senza dubbio ‘No Redemption with…Don Mitraglia’, un “revenge kung fu spaghetti western”, un cortometraggio in stile ‘fake trailer’. Sgargiante; ironia singolare, musiche e ambientazioni che riconducono al cinema anni ’70/’80, caro all’artista e all’eccezionale staff che è riuscito a generare un autentico capolavoro anche grazie a riprese e montaggio impeccabili (Stefano Deffenu), una grafica sublime e un ottimo lavoro di post produzione (Matteo Ferreccio). Tutto con un budget estremamente limitato ma con il lavoro di squadra, si può ovviare anche a questo problema. Pregevole la anche la collaborazione di Gianni Tetti, Bonifacio Angius e Roberto Achenza. Umiltà e preparazione fanno di Montixi un professionista completo. Per essere grandi artisti, prima ancora, è fondamentale essere grandi persone. Lui è testimonianza di questo.

Da un certo punto di vista il ‘mondo Montixi’ rievoca l’umorismo tagliente e delirante di ‘Hara-Kiri’, journal bête et méchant, il giornale satirico francese che negli anni ‘60, ‘70 e ’80 conduceva verso un altrove non ben definito ma con il nobile intento di sfuggire alle alienazioni di qualsiasi genere, percorrendo strade che dirigessero, con ironia, verso ‘altre idee di realtà’.

Prospettive oniriche che grazie a Montixi si riescono nuovamente ad immaginare per poterle rivivere anche ‘solo’ attraverso la fantasia, perché serve, è necessaria. Perché è fondamentale per andare avanti.