Quando D’Elia incontra Brecht

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Al Libero di Milano una bella versione di Le nozze dei piccoli borghesi.

di Enrico Groppali

Era ormai il lontano 1997 quando il giovanotto di belle speranze Corrado D’Elia formò un incandescente gruppo di lavoro teatrale animato dal sacro fuoco di rinnovare la scena italiana sia attraverso il repertorio che nella valorizzazione dei classici affrontati.
Con autentico spirito critico, in un’ansia di totale rinnovamento del linguaggio cui ci aveva abituato con scarsi risultati l’avanguardia degli anni settanta, la scelta iniziale di D’Elia fu quella di riappropriarsi di un Brecht minore, ossia del lungo atto unico “Le nozze dei piccolo borghesi”, in cui il pretesto della riunione comitale diventa la spia inquietante di un totalitarismo in agguato, che non risparmiando nulla e nessuno riduce l’homo sapiens al livello becero e spurio di un animale che rifugge dal pensiero riducendosi a soddisfare le pure esigenze della carne.

Adombrata in personificazioni eccentriche quanto disastrose, la comunità degli uomini si destruttura per degradarsi e poi per distruggere i simboli e le suppellettili del vivere civile elevando se stessa a mostruosa proliferazione.
Oggi riprendendo lo spettacolo-manifesto di un tempo, Corrado, che qui indossa i panni sdruciti dello sposo, ha tramutato l’assunto di un tempo in un affresco alla Rabelais che ricorda “Gargantua e Pantagruel” piu’un pizzico di buon Ionesco d’annata e tanta, con forse un po’ troppa condiscendenza ai grandi manufatti di Feydeau e soprattutto dell’immortale Labiche.
Fino alla conclusione nera, degna di un romanzo dell’orrore, quando i contraenti della coppia ridotta la casa a una tana si divertono a magnificare se stessi, in un gioco allucinato e perverso che ci fa a lungo meditare sulla condizione umana.
Grazie all’apporto di una bella compagnia dove accanto a D’Elia, assorto in una vis comica di grande scioltezza, si fa apprezzare Mino Manni per la sua estroversa carica di virtuoso, mentre Cinzia Spano’ eccelle in un’acre caricatura mortificando con furore ognuno dei suoi bravissimi compagni. Tra i quali sono da menzionare Gianni Quillico in vena di intimismo e Monica Faggiani nell’inquietante disegno della sposa già incinta.

 

Le nozze dei piccolo borghesi di Brecht con regia di Corrado D’Elia è a Milano al Teatro Libero fino al 31 dicembre.