Turi, quella Roba Coatta in calabro-americano

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Il musicista ‘coatto’ del romano Piotta ci presenta il suo rap multietnico.

di Laura Mancini

La sua notorietà si è estesa al grande pubblico quando ha vestito i panni del musicista ‘coatto’, fondando con Piotta e dj Squarta la crew Robba Coatta (tra i brani realizzati insieme a Piotta, Supercafone, nel 1999, fu disco d’oro e a quello stesso anno risale la performance all’MTV Day) e ha recitato nel film di Carlo Verdone e dei Manetti Bros Zora la Vampira, partecipando con il brano D’istinto alla colonna sonora.

Eppure Salvatore Scattarreggia, in arte Turi o anche FunkyTuri, Calabro Nove, Tony Baretta, di romano non ha nulla: dimostrando la sua abilità di immedesimarsi e sperimentare nuove identità, il poliedrico artista di origini calabresi ha persino mixato il suo dialetto con la lingua americana nel Cd del 2009 Lealtà e rispetto. L’ispirazione in questo caso è venuta ascoltando parlare le due sorelle del papà, calabresi anche loro di origini ma residenti da anni negli Stati Uniti, che si esprimono in questa particolare fusione di dialetti: l’imitazione, cominciata per scherzo in chiave musicale, riscosse un tale successo nelle performance dal vivo da dare il via alla creazione di un album che ha riscontrato, tra l’altro, molto seguito all’estero.

E se l’ironia è ereditata dal padre – spiega Turi – la facilità a esprimersi in aforismi, invece, è merito della madre russa.

Turi sta lavorando al suo prossimo album, di cui non svela ancora i dettagli: “Sono lento e non so quanto impiegherò a portarlo a termine! Rispetto al passato, ora voglio essere sicuro al 100% prima di pubblicare un album; mi considero una persona spontanea e anche per questo pubblico i miei brani solo quando mi va veramente”, afferma il rapper.

Mentre nei primi anni di attività si riconosceva un atteggiamento più scanzonato, un sound ballabile dei brani, caratterizzati da uno swing raffinato e attraverso i quali il cantante parlava con leggerezza e senso dell’umorismo della realtà attorno a sé, degli incontri e dialoghi comuni della quotidianità, il video dell’ultimo singolo Testaccia Malata segna una linea di demarcazione tra il passato e il presente, è volutamente provocatorio e accompagna un linguaggio più pesante, sonorità tipicamente black e un atteggiamento più cinico: “Sono cresciuto e la mia visione della vita è cambiata, ho sentito l’esigenza di prendere anche le distanze da quei colleghi che continuano sempre a rivolgersi a un pubblico adolescenziale, al quale io non potevo più raccontare nulla”.

L’attività di compositore e produttore discografico è quella che lo ha impegnato maggiormente nell’ultimo anno: la giovane rapper italiana Loop Loona è una delle sue artiste del momento e per lei cura anche la parte musicale dei brani.

Oltre a dedicarsi all’attività di produttore e a esibirsi continuamente nei locali – il 29 novembre sarà allo Shabba di Cantù –, può anche capitare di vedere Turi nelle vesti di disc jockey, come è avvenuto nei giorni scorsi in occasione della trasgressiva serata del Muzak, locale del quartiere Testaccio a Roma, dove ha allestito un dj set di musica rap anni ’90 accanto ai dj resident Magenta e WHTRSH. “Non è un’attività che svolgo spesso, ma mentre cantare per me è un vero e proprio lavoro, queste serate sono puro divertimento: ne approfitto anche per sfoggiare i tanti dischi che colleziono da sempre”, confida l’artista.

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