Cirino, illusione ottiche del quotidiano

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di Maria Elena Capitanio

Se è vero, come sosteneva Goethe, che “la bellezza è negli occhi di chi guarda”, le opere dell’artista neo-op Graziano Cirino ne sono la dimostrazione. Forme geometriche che si perdono una nell’altra, sfumature scomposte in pixel, sapienti contrasti di colore e di vettori, che mettono in azione il senso della vista e il cervello dello spettatore, il quale elabora una visione personalissima, senza necessità di essere un esperto d’arte. Se ci riflettiamo, l’arte astratta non è di difficile comprensione se la si approccia come fosse un fenomeno alla nostra portata: un tramonto, un cielo affollato di cumulinembi non sono immagini figurative, eppure ci sono familiari e le comprendiamo attraverso la sensibilità, che varia da persona a persona. Le illusioni bidimensionali di Cirino rapiscono l’attenzione e conducono in un viaggio, in un percorso in cui l’osservatore è protagonista – è al centro dell’opera – e ad ogni variazione della sua posizione nello spazio, essa si trasforma e racconta sensazioni diverse. “Artisticamente e concettualmente, l’idea di poter arrivare a questi obiettivi mi ha sempre affascinato ed ha fatto nascere in me la curiosità di approfondire la tecnica per vellicare gli stati d’animo e la fantasia di chi osserva” spiega l’artista. E a proposito della tecnica pittorica: “Schemi di ridondanza, linee sviate, contrasti ad effetto, figure in rotazione, interscambiabilità di forma e sfondo, di spazio e superficie e l’accostamento di campiture cromatiche”, con l’uso di acrilico su tela. In fase di studio l’utilizzo di software e proiezioni tridimensionali, che il giovane Cirino porterà in mostra a Berlino, dove è molto apprezzato. Sarebbe splendido se questi artisti di talento fossero valorizzati anche nel nostro Paese, senza essere costretti a cercare visibilità altrove.