Jo Fabbri e i suoi piccoli “attimi rubati” per costruire il futuro

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Jo Fabbri, la pittrice che combatte contro il pessimismo

di Mario Benedetto

 

«Attimi rubati. Attimi rubati di gioia, velocità, lusso, semplicità, tentazione, ebbrezza, intensità. Attimi rubati impressi per sempre.

 

Attimi rubati che diventano ricordi, sogni, condivisione, amore». Queste le parole con cui Jo Fabbri vuole introdurci nel mondo di Attimi rubati, mostra ospitata dallo spazio espositivo PwC a Milano lo scorso settembre. L’esposizione è stata un successo di pubblico e consenso per Jo Fabbri, artista classe 1985 che si dedica alla pittura da ormai 14 anni.
Come materiali, Jo privilegia l’acrilico su tela, con l’apporto di strumenti «moderni» come la bomboletta spray, utilizzando tele sempre tendenzialmente di grandi dimensioni a tutto vantaggio dell’impatto sull’osservatore. La mostra si concentra su immagini che vogliono esprimere al meglio l’idea del movimento e del dinamismo. Ciò che in queste opere si trova di statico è rappresentato dagli attimi che l’artista definisce «rubati». Frammenti di sogni, desideri, ricordi. Insomma, anche e soprattutto moti d’animo. Concetto che rappresenta la recente evoluzione di Jo Fabbri, con riferimento alla tecnica relativa ai tagli dei quadri, alla definizione, all’uso del colore ed al valore del dettaglio.

L’artista si è spesso ispirata alle fotografie per la realizzazione delle sue opere. Degli scatti, che esegue direttamente ai soggetti nei propri ambienti, ama evidenziare le ombre, riportando su tela immagini bicromatiche: attraverso l’accostamento dei colori, attribuisce così un carattere più o meno forte e marcato alle espressioni. Il colore infatti è al centro del suo lavoro. I protagonisti dei suoi lavori vengono rappresentati il più possibile attraverso il colore ed i colori ritenuti, di volta in volta, più rappresentativi. Frutto dell’ispirazione per la quale Jo racconta di attingere dalle «passioni» delle persone che incontra. Passioni che cerca di riportare, così come gli attimi rubati protagonisti di questa mostra e della vita di tutti, nella maniera più fedele ed intensa possibile su tela. 
Un messaggio bello e positivo da parte di una giovane in un momento in cui le nuove generazioni faticano per trovare i loro spazi ed avere un dialogo collaborativo e fruttuoso con le generazioni che li precedono. Per costruire un futuro con tutti gli «attimi rubati» al pessimismo.