L’amletico Duce sul Gran Sasso

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In Operazione Quercia, Luca Biagini interpreta il dramma shakesperiano di Mussolini.

di Francesco Sala

A settant’anni di distanza l’inquietante domanda rimane la stessa: qual è la vera storia dell’Operazione Quercia? Mussolini doveva davvero essere consegnato agli anglo-americani? E quali sono i veri retroscena del blitz tedesco che lo liberò dalla sua prigionia a Campo Imperatore? Qualsiasi decisione appariva fatale e nessuno avrebbe immaginato la creazione, dopo pochi giorni, della Repubblica Sociale sulle rive del Garda, come nessuno avrebbe immaginato la fuga di Badoglio e del re che gelò il sangue agli italiani e fece infuriare Hitler:” tradimento! Non dico del popolo italiano ma di chi lo comanda!“.

Un esempio di valorizzazione culturale dei luoghi della Storia è la riproposizione-evocazione dei fatti attraverso il teatro. Pier Francesco Pingitore ha scritto e diretto un testo formidabile, andato in scena quest’estate (torna a grande richiesta al Teatro Ghione, Roma) proprio a Campo Imperatore, in quell’albergo-rifugio che ospitò Benito Mussolini, a duemila metri sugli Appennini.

Luca Biagini che interpreta l’ex duce, si pianta sul palco a gambe larghe, in posa littoria, le mani sui fianchi e gli occhi spiritati non scrutano più le folle acclamanti, al massimo un gregge di pecore avvistate dalla finestra dell’albergo. Rilascia il fiero cipiglio e complice l’ulcera, fa uscire uscire una voce stentorea, secca, vera. Ci rivela Biagini:” per la costruzione del personaggio di Mussolini sono partito da una condizione mentale. Leggendo ad alta voce il testo di Pingitore ho cercato di evitare la cadenza romagnola, che rischia di passare in un momento al grottesco, al ridicolo. Mi sono concentrato sul pensiero, sull’autorevolezza, l’autorità perduta.

A Campo Imperatore Mussolini si confronta con se stesso, con altri personaggi, sui temi dell’Italia, Badoglio, ecc…
Credo avesse una volontà di annullamento, che in cuor suo volesse sottrarsi a questo appuntamento con la Storia“. Mussolini infatti temeva di essere esibito dagli anglo-americani, una volta catturato, come si esibisce un animale da circo. Ancora Biagini: “credo sia difficile per un uomo di potere rendersi conto della realtà. I potenti possono vivere un delirio di onnipotenza che confonde loro la percezione di un consenso reale da quello indotto. Pingitore ha lasciato intravedere nel suo testo un’adesione sentimentale verso l’uomo, che trovatosi in mezzo a una serie di fuochi, di emozioni, sembra una creatura di Shakespeare: fazioni, complotti, fratricidi. A Campo Imperatore vige il dilemma: azione-non azione. Morire? Sognare forse, di fare delle lunghe camminate, di scomparire”.

Prossimi spettacoli:

Roma 20 gennaio 2014 al Teatro Ghione

Chieti 25 – 26 gennaio 2014 gennaio Teatro Marrucino