C’era un tempo in cui il tennis premiava la tecnica sopraffina, la fantasia e il talento puro. Un tempo in cui la classe e l’eleganza contavano più della sola resistenza fisica. Pete Sampras ne era il simbolo. Nell’era moderna il tennis è stato ed è dominato da giocatori straordinari come Nadal, Djokovic, Federer e Sinner, atleti perfetti sotto il profilo fisico e mentale, macchine da competizione che si sfidano da fondo campo in un gioco sempre più basato sulla potenza e la regolarità. Ma dov’è finita la poesia?
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Sampras era il maestro del gioco a rete, l’ultimo interprete puro del serve & volley, un’arte ormai in via di estinzione. Le sue volée erano carezze sul campo, i suoi rovesci in slice pennellate d’autore, il suo servizio una sentenza che sembrava arrivare dal cielo – sempre fedele alla sua cara racchetta, la Pro Staff 6 da 360 grammi.
Un tennis romantico, lontano dall’ossessione delle statistiche che oggi governano ogni discussione sportiva. Oggi si parla di chi vince di più, di chi ha più titoli dello Slam, di chi ha le percentuali migliori, dimenticando un aspetto fondamentale: il contesto. Le superfici di gioco sono cambiate, rendendo sempre più difficile un tennis d’attacco come quello di Sampras, che, non dimentichiamolo, si è ritirato ad appena 30 anni. Ma il più bravo non è sempre quello che vince di più. Nel calcio, nessuno discute il talento di Maradona, nonostante non abbia vinto tanto quanto altri fuoriclasse.
Eppure, nell’era dei social e dell’informazione frenetica, Sampras sembra essere stato dimenticato. Si parla di leggende viventi, di rivalità epiche, di nuovi campioni, ma raramente si ricorda la solitudine di un poeta che scriveva versi con la racchetta. Pete Sampras non è mai stato un uomo da riflettori, né un personaggio costruito per il pubblico. Era un artista silenzioso, un solitario in un mondo che oggi premia il clamore.
Forse, un giorno, il tennis riscoprirà la bellezza del genio puro. E allora il nome di Pete Sampras tornerà a essere celebrato come merita: quello di un poeta del tennis, un poeta dimenticato.