E’ morto Glauco Mauri, noto nel teatro e nel cinema per la sua intensa carriera artistica che ha attraversato oltre sei decenni. Ha lasciato un vuoto profondo nel panorama culturale italiano, chiudendo un’epoca del teatro italiano che Mauri ha contribuito a forgiare con la sua maestria interpretativa e il suo impegno artistico.
Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Silvio D’Amico nel 1956, Mauri è diventato presto una delle figure di spicco del teatro classico italiano. La sua carriera si è distinta per una costante ricerca dell’arte della parola e dell’interpretazione, qualità che lo hanno portato a cimentarsi con alcuni dei più grandi ruoli del teatro mondiale. Personaggi shakespeariani e interpretazioni di testi moderni e contemporanei come quelli di Samuel Beckett, Luigi Pirandello , Muller, Mamet, Schmitt, Shaffer.
Nel 1981, Glauco Mauri ha fondato la Compagnia Mauri-Sturno, in collaborazione con Roberto Sturno, con l’intento di creare un luogo di ricerca e sperimentazione teatrale. Grazie a questa collaborazione, la compagnia ha prodotto una serie di spettacoli di altissimo livello, tra cui spiccano i drammi di Shakespeare, Pirandello, Cechov e Dostoevskij. La compagnia ha avuto un ruolo centrale nel mantenere vivo il teatro di qualità in Italia, sempre fedele alla tradizione, ma aperta all’innovazione.
Uno dei ruoli più celebri di Mauri è stato Amleto, che ha interpretato più volte durante la sua carriera, offrendo una lettura profonda e tormentata del personaggio, che ha saputo rinnovare e rendere sempre attuale. Ma forse il ruolo che più lo ha identificato agli occhi del grande pubblico è stato Re Lear. Mauri ha incarnato il tragico sovrano shakespeariano con una potenza emotiva rara, offrendo al pubblico un’interpretazione vibrante e commovente che ha attraversato le stagioni teatrali italiane per decenni.
La sua capacità di scavare nell’intimità dei personaggi pirandelliani, esplorando le sfumature psicologiche e le contraddizioni interiori, ha reso le sue interpretazioni memorabili e apprezzate dalla critica e dal pubblico. Lo abbiamo visto anche al cinema, memorabile la sua interpretazione nel film cult Profondo Rosso di Dario Argento, insieme a Gabriele Lavia e Daria Nicolodi.
Glauco Mauri in Profondo rosso (1975)
Nonostante l’età avanzata, Mauri ha continuato a calcare le scene fino agli ultimi anni, testimoniando un amore incondizionato per il teatro. Nel 2022 ha presentato una delle sue ultime interpretazioni, *Finale di partita* di Samuel Beckett, confermando la sua indomita vitalità artistica e il suo impegno nel portare avanti il dialogo con i grandi autori del teatro del Novecento.
Nel corso della sua carriera, Glauco Mauri ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso *Premio Ubu* per la migliore interpretazione maschile, confermandosi come una delle figure centrali della scena teatrale italiana. La sua scomparsa segna la fine di un’epoca e lascia un’eredità artistica immensa, fatta di rigore, passione e una profonda devozione verso il mestiere dell’attore.
Con Glauco Mauri se ne va un maestro, un interprete unico capace di dare corpo e voce alle inquietudini dell’animo umano, lasciando un segno indelebile nel cuore di chi ha avuto il privilegio di assistere alle sue indimenticabili performance.