Roberto Oliveri: «La voce che hai dentro parla come il silenzio»

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L'attore Roberto Oliveri_credits Ph. Bernardo Tuccillo
L'attore Roberto Oliveri_credits Ph. Bernardo Tuccillo

L’aria ironica, la fierezza delle proprie radici italo-argentine, il cuore partenopeo. E poi la gratitudine verso “Ronni”, il personaggio interpretato nella serie “Gomorra” che gli ha regalato quella popolarità di cui, oggi, può essere orgoglioso. Roberto Oliveri è un tipo schietto, non fa tanti giri di parole. Quando gli si chiede di parlare della sua Napoli ha una luce intensa negli occhi che brillano di ricordi e nostalgia. Impegnato a girare il  cortometraggio “Al di là del buco”, l’attore, nel cast della serie “La voce che hai dentro” in onda ogni venerdì su Canale 5, veste i panni del musicista Vincenzo accanto a Massimo Ranieri, protagonista della fiction diretta da Eros Puglielli e prodotta da Lucky Red. La partecipazione al film “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, la recitazione a teatro con il drammaturgo Luciano Melchionna e, sul set, la comicità del commediografo Massimiliano Bruno sono solo alcune delle esperienze formative che ormai appartengono al suo bagaglio attoriale e che, come racconta, porta sempre con sé per affrontare un futuro professionale di sicuro successo sul piccolo e grande schermo.

Di origini italo-argentine, cosa accomuna Buenos Aires alla sua Napoli?

«Direi Rosario, dove sono nato, e Napoli. Sono felicissimo di avere queste radici, sono due città piene di energia. Il connubio Argentina – Napoli è subito associato a Maradona, che tutti sappiamo essere stato un campione ed il migliore di tutti i tempi. Rosario mi ha dato quel senso di appartenenza, mi ha fatto capire che, pur non vivendoci più da quando avevo due anni, resterà il mio primo respiro. Napoli è colore, è senso di rischio nel bello e nel brutto, è un posto che ha un’immensa poesia in ogni angolo e mi ha regalato le doti della praticità e della scaltrezza. Sono entrambi luoghi che amo e hanno conquistato il mio cuore».

Nel cast di “È stata la mano di Dio”, film diretto da Paolo Sorrentino e dedicato al mito Diego Armando Maradona. Com’è andato l’incontro con il regista Premio Oscar?

«Partecipare al film più intimo di Sorrentino è stato un dono enorme. L’ho conosciuto durante i casting, subito dopo la prima pandemia. Essere diretto da lui mi ha dato fiducia e, soprattutto, la precisione interpretativa. Spero di incontrarlo di nuovo sul mio cammino artistico».

La notorietà è arrivata con Ronni in “Gomorra-La serie”: ama ancora quel personaggio o è diventato una gabbia per le nuove proposte interpretative?

«Ringrazierò sempre “Gomorra”, poiché è stata la mia prima grande occasione e mi ha lanciato realmente in questo mondo di “matti”. Dopo tre stagioni ho abbandonato e salutato il mio personaggio, ed una parte di me con lui. Di “Ronni” porterò la “cazzimma” giusta e l’agire con la propria testa. Si creano continuamente prigioni nella vita di ognuno, spesso in questo lavoro, ma l’importante è trovare la chiave per uscirne per poi entrare in altre gabbie».

Di solito recita in ruoli maledetti, quando una parte prettamente comica al cinema?

«La parola “quando” in questo mestiere suona quasi comica, magari potessimo scegliere i momento giusto e il dove! Ma, nonostante ciò, spero presto perché mi divertirei molto. La mia interpretazione che più si avvicina alla commedia è stata quella in “Ritorno al crimine”. Lavorare insieme al regista Massimiliano Bruno è stato esilarante».

L’attore Roberto Oliveri_credits Ph. Bernardo Tuccillo


Su Canale 5, nella serie con Massimo Ranieri, è il musicista Vincenzo. Come lo descriverebbe? 

«Vincenzo è un ragazzo con un talento immenso, ma dispersivo. E con una coscienza profonda, che andrebbe rivisitata».

Qual è, oggi, la voce che Roberto ha dentro? 

«Bella domanda! Userei il plurale: “le voci che ho dentro”. Nell’ultimo fine settimana ho partecipato ad un seminario con un regista spagnolo, David Victori, il quale mi ha fatto capire che, in realtà, non è tanto importante la voce che hai dentro ma, piuttosto, “il silenzio che hai dentro” ».

Tra le sue esperienze teatrali c’è Spoglia-Toy del drammaturgo Luciano Melchionna. È stato difficile mettersi completamente a nudo? 

«Ci si mette a nudo pur non essendolo fisicamente, in particolar modo a teatro. Melchionna ha una grande sensibilità. È stata un’esperienza divertente, ma anche formativa».

Cosa bolle in pentola per il suo futuro professionale?

«Per adesso il riso che tra poco mangerò! Scherzi a parte, girerò a breve il mio primo cortometraggio dal titolo “Al di là del buco”. Forse me la canto e me la suono ma, d’altronde, mi hanno consigliato di fare così persone più preparate di me. Già sento una responsabilità enorme, staremo a vedere. Mi auguro che arrivi il messaggio, c’è troppa mancanza di altruismo, non ci guardiamo più negli occhi. Sarebbe stupendo poter cambiare la direzione che abbiamo preso e, forse, “un clochard” ci riuscirà. Oltre a questo progetto, nel 2024 dovrei andare oltreoceano per una pellicola con una produzione estera. Poi, come al solito, attendiamo risposte. Intanto, venerdì, tutti sintonizzati su Canale 5 per vedere “La voce che hai dentro”! ».