Pignotta:”La leggerezza è la migliore delle cure. A teatro corro alla mia velocità”

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Gabriele Pignotta, nel tempo, è passato dai teatri locali ai palcoscenici nazionali più importanti. Debutterà al Teatro Sistina, domani, mercoledì 15 febbraio, con lui Vanessa Incontrada con la sua commedia “Scusa sono in riunione… ti posso richiamare?” Gabriele è anche su Sky con la sua ultima prova di attore, sceneggiatore e regista del suo quinto film Toilet. In tanti lo hanno coinvolto nei loro progetti: da Carlo Verdone, alla compianta Raffaella Carrá.  Pignotta ha scelto di correre da solo alla sua velocità, inesorabilmente proiettata verso un futuro sempre più luminoso

 La commedia “Scusa sono in riunione… ti posso richiamare?”  chiude un lungo tour al Teatro Sistina di Roma. Riprende un testo che hai scritto e interpretato già nel 2006. Da dove nasce la scelta di tornare in scena con Vanessa Incontrada?

Il percorso con Vanessa è iniziato con il mio primo film durante le riprese del quale lei si innamora del mio modo di scrivere la commedia e di fare gruppo lavorando sull’armonia, sull’ascolto e mai sulla gerarchia del tipo “regista padrone, attori schiavi e maestranze da calpestare”. La gioia di fare questo mestiere è sempre stato al centro della mia attività. Vanessa ai tempi aveva fatto pochissimo teatro e iniziando a vedere i miei spettacoli si è appassionata al punto tale che mi chiese di fare teatro insieme. I miei collaboratori sono quasi sempre gli stessi, tanto da essere diventati dei veri e proprio amici. Quando decisi di riprendere lo spettacolo che porteremo al Sistina domani,  Vanessa lesse il copione e se ne innamorò. Mi chiese di tornare in scena insieme in un progetto su cui ha scommesso anche lei. Oggi abbiamo una produzione importante che ci segue, Artisti Associati di Gorizia. Insomma, con Vanessa stiamo proprio creando una nostra “ditta” per quanto riguarda i progetti teatrali.

Autore, regista attore. Cosa ti dà più soddisfazione?

Secondo me non c’è stacco tra i tre ruoli, sono tutti legati dallo stesso flusso creativo. Da quando immagino una storia a quando la scrivo devo poi metterla in scena. Essendo nato prima come attore, diventa inevitabile per me recitare in storie che mi appartengono e mi nascono proprio dentro. Avendo io scelto, nella mia carriera, di lavorare prevalentemente, in cose mie, tutti e tre i ruoli di cui parliamo mi hanno dato e mi danno la stessa soddisfazione. Ho proprio deciso di imporre la mia linea, anche al cinema sto trovando la mia strada. E’ appena uscito su Sky Toilet, un progetto estremo dove l’unico interprete sono io. Comunico al cellullare con altri personaggi di cui si sentono solo le voci. Cammei affidati a Vanessa Incontrada, Francesco Pannofino e Lillo Petrolo. Avrei potuto scrivere altri film, l’ho già fatto collaborando con Carlo Verdone e molti altri. Continuano a offrimi collaborazioni ma non voglio tradire me stesso. Insomma piuttosto che fare un film dove sarei compresso e nervoso, preferisco restare tutta la vita a teatro. Togliere tempo alla mia vita personale, a mia figlia alla mia compagna per guadagnare tanti ma soldi ma frustato non fa per me.

Hai realizzato due corti contro la violenza familiare. Quanto ha influenzato nei progetti il tuo ruolo di compagno e di padre?

All’epoca ero single, quindi li ho realizzati prima di mia figlia che ha due anni.  Ho raccolto numerose testimonianze ma cercando di raccontare con tono dolce e leggero un tema pesante, profondo e serio come quello sulla violenza sulle donne. Sono molto orgoglioso di entrambi i progetti, il primo “Un’altra storia”  ha  vinto i Nastri D’Argento e ha avuto una menzione speciale. 

Quanto è importante creare un diversivo attraverso la commedia?

Se intendiamo la commedia di totale disimpegno e puro intrattenimento credo sia importante sempre farsi due risate. La leggerezza è la migliore delle cure. Cerco di dare leggerezza  ma senza rimanere troppo in superficie così da permettere al pubblico di trattenere delle emozioni. Lo faccio allertando, attraverso il racconto, quei sensi che permettono a tutti di rispecchiarsi con consapevolezza.

Da quando hai iniziato non ti sei mai fermato. Sei approdato al tempio nazionale della commedia, quanto ti è costato e quanto ti costa il successo che hai ottenuto?

Il successo che sono riuscito ad ottenere me lo sono costruito da solo piazzando mattoncino su mattoncino, non nego di aver avuto anche periodi di grande popolarità. Credo che le  carriere siano fatte di tanti momenti, alti e bassi. Io ho deciso di accontentarmi della mia velocità scandita da un metro alla volta: non ho ancora raggiunto la mia vetta ma non sono mai scivolato indietro. Ognuno fa il suo percorso: qualcuno cammina, qualcuno corre, qualcuno cerca di saltare gli ostacoli e qualcuno approfitta di un passaggio. Quando sono meno lucido penso a chi ha avuto fortuna, a chi ha raggiunto un successo sfacciato ma non è mai sensato paragonare la propria vita a quella degli altri perché così facendo si perde sempre.