Ward nel corto “Aria”: “La violenza di genere non è un affare da donne ma una piaga sociale”

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E’ stato presentato, alla XVII edizione della Festa del Cinema di Roma, il cortometraggio “Aria– Elaborazione di una violenza” regia di Barbara Sirotti. Una proiezione emozionante, a seguire un talk, tra gli ospiti: l’attore Luca Ward, l’avvocato penalista Monica Nassisi, la psicologa Sabrina Melpignano e l’autrice e co-regista Barbara Sirotti. Un’opera realizzata per sensibilizzare il pubblico sul fenomeno della violenza di genere.

Un tema che è il centro di “Aria”, un progetto che ha ricevuto già 60 premi in Italia e all’estero dalla sua prima uscita (2021), e che è stato presentato in una nuova veste di cortometraggio, scritto e interpretato dall’attrice, autrice e doppiatrice riminese Barbara Sirotti – anche co-regista con Brace Beltempo – presentato in un riadattamento, con la partecipazione dell’attore e doppiatore Luca Ward. La voce inconfondibile di Ward è stata messa al servizio di un’opera di prevenzione della violenza di genere, argomento che nel corto viene affrontato nei risvolti psicologici di chi l’ha vissuta sulla propria pelle (l’autrice ne è stata vittima). Il film ripercorre le fasi che precedono la violenza, per aiutare a riconoscerla e reagire prima che sia troppo tardi, portando la voce non di uno spettatore esterno ma di una testimone, di una “sopravvissuta”.

La storia di Aria rappresenta soprattutto la testimonianza di una donna, Barbara Sirotti, che ha pagato sulla propria pelle le conseguenze della violenza di genere: “Ho temuto di morire, di non farcela -ha affermato durante l’evento, sottolineando il fatto che – non si può scappare dal dolore che provoca un’esperienza simile: un veleno che va bevuto fino in fondo perché il superamento del trauma pass attraverso il riconoscimento razionale di ciò che è accaduto”. Lo ha ribadito anche la psicologa Sabrina Melpignano, che ha parlato di “destrutturazione dell’Io” a seguito di un’esperienza di violenza: ”È come se l’io si spezzasse in più pezzi che poi attraverso la psicoterapia è necessario ricomporre per ritrovare se stessi”. Una esperienza traumatica, che molto spesso non riesce ad essere superata a causa di alcune barriere giuridiche che ritardano (e a volte impediscono) la denuncia dei propri aggressori, come ha sottolineato l’avvocato penalista Monica Nassisi, durante il suo intervento,  puntando l’attenzione sulla necessità di modificare i codici di comunicazione che riguardano la violenza sulla donna, poiché spesso sia durante la fase della denuncia sia in quella della testimonianza in tribunale viene usata contro le vittime “una terminologia lesiva della dignità della donna, a cui si chiedono dei particolari dell’esperienza spesso non necessari alla ricostruzione dei fatti” mentre di contro, “la responsabilità dell’uomo violento viene spesso sminuita, soprattutto nei casi di morte della vittima, quando si chiama in causa il ‘delitto accidentale’ al posto di quello premeditato”.

Il dibattito è stato arricchito dall’intervento in video di Luca Ward che ha sottolineato, infine, quello che è il messaggio principale di “Aria”: “che la violenza non è un affare da donne, ma una vergognosa piaga sociale cui tutti gli uomini degni di questo nome dovrebbero a viso aperto combattere sostenendo le donne che ne sono vittime”.