Tradizione e innovazione, la nuova edizione di Roma Jewelry Week

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La Roma Jewelry Week è pronta a tornare città eterna con la seconda edizione che si terrà dal 7 al 16 ottobre 2022. L’evento di respiro internazionale valorizza e diffonde la cultura del gioiello contemporaneo, d’autore, delle realtà orafe storiche promosso dall’associazione In cinque Open Art Monti. Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, la nuova e attesissima edizione nutre svariate novità, tra cui l’anteprima della seconda edizione della RJW: “Natura Inversa”, la personale di Myriam Bottazzi nella Galleria Incinque Open Art Monti che partirà da quest’oggi, giovedì 22 settembre alle ore 18:30. La poetica e il vissuto in una nuova narrazione che non si esaurisce, rinnovandosi di continuo nell’incontro emozionale attraverso coloro che vestiranno i suoi gioielli. La presentazione della seconda edizione e del programma ufficiale della RJW avrà luogo martedì 4 ottobre, alle ore 11, nella sala conferenze del Bettoja Hotel Mediterraneo. La manifestazione è ideata dall’architetto Monica Cecchini, curatrice e direttore del progetto, con la consulenza di Barbara Brocchi, creative manager, illustratrice, scrittrice, designer e coordinatrice del dipartimento di design del gioiello IED-Roma, della dott.ssa Bianca Cappello docente, storica e critica del gioiello. Abbiamo dialogato con l’ideatrice della prestigiosa iniziativa per lasciarci introdurre in un’edizione tutta da scoprire.

Partendo dal bilancio complessivo dello scorso anno, come nasce il progetto?

Nasce con l’intento di promuovere e valorizzare il gioiello contemporaneo d’autore e le realtà orafe della città. Con questo intento siamo andati a sviluppare quelli che sono gli obbiettivi che ci siamo prefissati, in primis di dare all’evento un alto spessore culturale e quindi ovviamente sposare la valorizzazione del gioiello contemporaneo con il nostro patrimonio artistico, coniugando così la cultura del paese con il patrimonio immateriale. Credo sia stato questo il punto chiave per il riscontro positivo dello scorso anno, perché non si è trattato soltanto di un evento espositivo. Abbiamo così ideato una serie di eventi nella città di Roma attraverso dei tour guidati da un personale abilitato che possa così raccontare la storia della città ma allo stesso tempo la storia delle arti orafe romane e la creatività artistica legata al gioiello contemporaneo che è a tutti gli effetti una vera forma d’arte. Abbiamo così ideato svariati eventi tra i quali il Premio Incinque Jewels che è all’interno dell’auditorium di Mecenate, un luogo simbolo per la cultura da cui deriva il termine. Cerchiamo di fare in modo che un tale evento possa generare uno scambio culturale.

Cosa bisogna aspettarsi da questa seconda e attesa edizione? 

Quest’anno abbiamo fornito come tema il Grand tour, proprio perché il nostro intento è quello di riprendere quel concetto e contestualizzarlo ai nostri giorni, facendolo diventare non soltanto un viaggio erudito ma anche inclusivo. Un nuovo scambio culturale anche a livello interpersonale e professionale partendo comunque dalle nostre radici del nostro territorio. Per territorio non intendiamo solo il centro storico, bensì tutta la città. In questo evento abbiamo inserito una performance a cui teniamo molto che si terrà nel “MAAM – Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz”, un luogo dove si diffondono arte e cultura in tutte le sue forme. La performance, dato il suo approccio all’inclusività, farà coniugare l’arte con tutte le sfaccettature. Vogliamo riprendere le fila della valorizzazione del viaggio come formazione culturale.

Rimanendo sul tema del viaggio, sembra che non esistano più i viaggiatori. Siamo diventati tutti dei semplici turisti?

Abbiamo voluto riprendere questo che è un tema fondamentale. Oggi possiamo viaggiare anche attraverso il web sicuramente, ma la crescita culturale e personale che può donare un vero viaggio è ciò che per noi fa la differenza. Abbiamo voluto collegare il Grand tour all’obbiettivo di valorizzare il nostro patrimonio artistico – culturale perché a Roma ha avuto una delle sue forme più particolari e specifiche nei secoli passati e ripartendo da questo vorremmo recuperare tante cose che in questa città si stanno perdendo, una fra tutte il turismo di qualità. Il turismo mordi e fuggi, quello a cui ormai siamo abituati, non fornisce alcun aiuto al turista stesso anzitutto, il quale perde le informazioni più nascoste. Noi non siamo certamente contro il turismo ma favoriamo un tipo di viaggio che possa far comprendere al visitatore qual è il patrimonio storico, artistico e culturale della nostra città. Solo così possiamo recuperare l’immensa bellezza che non è così conosciuta quanto dovrebbe, proprio come l’auditorium di Mecenate. In questo magico luogo in cui esporremo i gioielli di settantaquattro artisti internazionali, un tempo declamavano poesie Virgilio e Orazio. Il concetto è questo, attraverso il file rouge del viaggio, come il grand tour settecentesco, vogliamo ricreare una formazione per coloro che visitano i prestigiosi siti dandogli consapevolezza della nostra identità culturale.

Il Roma Jewelry Week affonda le sue radici nella parte identitaria dell’Italia creando un connubio tra tradizione e innovazione. 

Sicuramente. Noi siamo un esempio eclatante di questo. Abbiamo delle tradizioni antichissime e in questo caso specifico nelle arti orafe, cosa testimoniata da una realtà come il Nobil Collegio degli Orefici di Sant’Eligio che è ancora attivo dal 1590. Partendo da questa forte tradizione, gli artisti contemporanei riescono a riformulare il passato attraverso un linguaggio contemporaneo. Quindi osserviamo il passato per proiettarci nel futuro. In virtù di quanto ho appena detto avremo come inaugurazione della Roma Jewerly Week una mostra di designer romani della neo-scuola contemporanea romana del gioiello contemporaneo che è intitolata “Innovare conservando”. Quindi utilizzare il concetto di innovazione come esperimento di ricerca di linguaggi estetici e formali pur conservando le tradizioni di appartenenza, sicuramente legate all’esaltazione delle tecniche manuali che si tramandano da secoli.

Qual è il futuro dell’arte orafa?

Credo sia prima di tutto quello di far capire alle persone qui in Italia che si tratta di una forma d’arte a tutti gli effetti e non soltanto di qualcosa di estetico. Il gioiello contemporaneo è portatore di un messaggio che può essere di natura intima, sociale, individuale, ma sempre e comunque una scatola contenente qualcosa di importante che può essere anche criptico o concettuale, proprio come le altre arti come la pittura o la scultura.