BLa BLa Baby fa pensare ad un film degli anni 80 e 90, tipo quello con Arnold Schwarzenegger. Li per li sembra poco convincente poi basta pensare al regista e sceneggiatore e fare due conti veloci per risolvere l’equazione: Fausto Brizzi + Preziosi, Gioli, Di Biase, e tanti bimbi=cinema d’autore. Non nel senso classico del polpettone alla Kurosawa ma nel senso che quando un autore è bravo e sa dirigere i suoi protagonisti, il film è divertente, emozionante e distrae dal logorio della vita moderna. Ci siamo fatti raccontare da Brizzi come è riuscito a realizzare il suo nuovo film, una prova sicuramente difficile per tutti dove solo un bravo regista riesce a fare quadrare il cerchio.
Lavorare con dei pupi di un anno e mezzo non deve essere stato facile. Come ti sei organizzato?
Accanto all’asilo realizzato sul set c’era un asilo vero dove i bimbi erano assistiti dai loro genitori. È stato complicato come quando si gira un documentario. I bimbi quando abbiamo iniziato non sapevano ancora camminare. Hanno imparato durante le riprese. Erano tante coppie di gemelli, ovviamente.
Anche per te che sei un regista affermato è quindi stata una esperienza nuova?
Il film è stato girato in uno stile di ripresa da set molto differente da ciò che avevo fatto in precedenza. Come dicevo i bambini non possono che essere ripresi come in un documentario del National Geographic perciò tu regista devi stare lì ad aspettare quella magia tipo per esempio il bimbo che prende un oggetto, solleva lo sguardo su di te e ti sorride. Non sai quando ciò accadrà perciò si può solo stare in agguato con la telecamera accesa producendo quotidianamente tre o quattro ore di materiale.
E gli attori come si sono comportati?
Alessandro Preziosi è stato un super eroe. Praticamente recitava da solo dopo aver assistito al doppiaggio dei piccoli che io avevo realizzato in precedenza. Tranne che in alcuni momenti dove sia lui che gli altri recitavano assecondando i tempi dei bambini adeguandosi ai loro ritmi e soprattutto quando i mini protagonisti gli permettevano di interagire.
È stata un sfida con te stesso in sostanza
La vera sfida è stata il non far capire quando l’attore recitava con il piccolo partner in carne ed ossa e quando invece recitava col vuoto perché il bambino era stato ricreato al computer.
Quindi i bambini sono finti?
A volte non è stato ricostruito solo il parlato bensì l’intero bambino realizzato in 3D insieme alla Stargate. A volte però il sorriso del bambino vero ci è stato regalato. Il bambino che solleva lo sguardo e che si appoggia ad Alessandro con la tenerezza che solo lui può esprimere, probabilmente nessun effetto speciale lo poteva ricreare.
Come ti è venuta l’idea di realizzare un film del genere?
L’idea è stata di mia moglie che un giorno mi ha detto perché non pensavo a realizzare un film tipo TED, quello con l’orsetto irriverente, ma con i neonati. Li per li ho pensato che non si potesse fare invece Barbareschi, il produttore, mi ha proposto di fare dei test e di scrivere un soggetto interessante. Ho dovuto quindi creare un dream team di sceneggiatura con Paola Mammini, con la quale è stato amore a prima vista e Simone Paragnani con il quale avevo già lavorato e con cui condivido l’amore per le commedie americane anni ottanta e poi uno specialista in cartoni animati perché la sequenza finale in un certo senso è un cartone animato. Questo gruppo ha prodotto un copione che non sapevo nemmeno se sarei riuscito a girarlo ma a poco a poco facendo gli aggiustamenti tecnici e drammaturgici siamo riusciti a realizzare l’idea. A volte il risultato è dovuto a dei trucchi meccanici, a volte il bambino è completamente digitale, a volte è il bambino vero che si riesce a convincere a commettere una determinata azione. Insomma, BLa BLa Baby è stato davvero un lavoro di squadra unita da una specie di follia produttiva.